Nell’ambito della Biennal B, promossa da Es Baluard Museu e dal Consell de Mallorca, l’artista Alberto Baraya (Bogotà, 1968) presenta Llatina i Mestral, un progetto che coniuga vela, pittura e paesaggio attraverso un’azione performativa. La proposta si basa su un gesto singolare: la pittura in movimento, sulle vele di un llaüt tradizionale, che avviene durante la navigazione lungo la costa maiorchina. L’azione, documentata in video e concretizzata su vela, è in mostra fino al 28 settembre presso il Museu Marítim de Mallorca – Museu de la Mar, a Port de Sóller.
A bordo del Brandó, Baraya viaggia da Portitxol alle antiche cave di La Seu, da cui proviene la pietra arenaria utilizzata per costruire la cattedrale di Maiorca e le mura di Es Baluard. Le vele, appositamente realizzate dall’artigiano velaio Matheu, diventano supporti pittorici gonfiati dal vento: tele mobili su cui l’artista registra, in transito, un paesaggio nuovo, instabile e simbolico. La pittura non precede il viaggio, ma lo accompagna. Nelle parole dell’artista: «L’immagine diventa realtà (pittura) durante il viaggio. All’arrivo, probabilmente potremo confermare che quest’immagine era, in effetti, un’illusione necessaria».
Il titolo Llatina i Mestral allude sia al tipo di vela utilizzata – di origine araba e tradizionalmente utilizzata nelle Isole Baleari – sia al vento che spinge l’imbarcazione. Il mestral, forte, freddo e secco, è stato descritto come uno spirito che purifica i cieli: una “fata buona” che soffia intensamente. Uniti da una congiunzione, vela e vento incarnano il meccanismo poetico del progetto: un’alleanza tra materia e forza, sostegno e impulso, paesaggio e tempo. Al rientro in porto, viene issata una seconda vela, parallela alla prima, catturando pittoricamente la memoria di ciò che è stato attraversato: le cave, i segreti della costa, le tracce del contrabbando. L’immagine risultante diventa così una cronaca galleggiante della trasformazione geologica, storica e culturale dell’isola.
La mostra include le candele dipinte e un video di 7 minuti di Carmen Verdú, che documenta il processo nelle sue dimensioni visive e simboliche. La mostra, prodotta dal Museo Es Baluard, fa parte del programma L’illa com a Escenari, curato da Iñaki Martínez Antelo e Alicia Ventura. Fa parte anche del progetto educativo Expedició Sóller, che coinvolge i bambini in un tour dell’ecosistema di Port de Sóller alla ricerca di flora e fauna marine artificiali, collegando così il lavoro di Baraya alla pedagogia ambientale.
Formatosi presso l’Università Nazionale della Colombia e l’Università Autonoma di Madrid, Alberto Baraya ha sviluppato una carriera incentrata sull’osservazione critica della natura e delle sue rappresentazioni. Il suo progetto Herbarium of Artificial Plants — una collezione parodistica di botanica d’imitazione — gli ha permesso di esplorare le relazioni tra scienza, estetica e colonialismo dal 2002. Ha partecipato a biennali come San Paolo (2006), Venezia (2009), Berlino (2014) e Shanghai (2014 e 2019), e le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private.
L’articolo Alberto Baraya transforma la navegación en pintura en la Biennal B de Mallorca è stato pubblicato originariamente su exibart.es. Clicca qui per accedere alla versione in spagnolo.
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione, nel terzo…
È lo strumento usato dal frontman dei Nirvana nel video di "Smells Like Teen Spirit". Sarà uno dei lotti da…
A 250 anni dalla nascita di Jane Austen, Scarabeo presenta un mazzo di Tarocchi ispirato all’universo narrativo della scrittrice, con…
In occasione della tradizionale esposizione milanese natalizia di XMAS Maroncelli District, Manuel Zoia Gallery presenta - fino al 10 gennaio…
Sotto la neve di St Moritz, il Kulm Hotel accoglie Pink Mirror Carousel, una nuova installazione monumentale di Carsten Höller…
Gustaf Fjaestad, Walter Gasch, Guido Marussig. Nella nuova mostra di via Margutta, luce e colore smettono di essere strumenti descrittivi…