Xie Lei, photographed by Guillaume Blot for Art Basel and Centre Pompidou.
Xie Lei è ufficialmente il vincitore della 25esima edizione del Prix Marcel Duchamp. Il premio, promosso dall’ADIAF, segnala ogni anno una voce autorevole e innovativa della scena contemporanea francese. L’annuncio è arrivato nel contesto dell’esposizione dei quattro finalisti (Bianca Bondi, Eva Nielsen, Lionel Sabatté e lo stesso Xie Lei) al Musée d’Art Moderne di Parigi. La mostra è stata curata da Julia Garimorth e Jean-Pierre Criqui.
Il Prix Marcel Duchamp fu istituito nel 2000 su iniziativa di un gruppo di collezionisti dell’ADIAF – Association pour la Diffusion Internationale de l’Art Français ed è oggi, senza dubbio, tra i riconoscimenti più prestigiosi in Europa e nel mondo nell’ambito dell’arte contemporanea.
Esso offre, oltre a un compenso in denaro di 35mila euro, anche un prezioso supporto alla produzione e alla circolazione internazionale del lavoro dell’artista vincitore. Ma la sua importanza va ben oltre a questa dimensione economica e di diffusione: il Prix Marcel Duchamp rappresenta infatti una vera e propria legittimazione istituzionale per il vincitore e spesso segna la consacrazione di una carriera.
Tra i vincitori delle scorse edizioni figurano nomi quali Kader Attia, Gaëlle Choisne (vincitrice 2024), Latifa Echakhch, Thomas Hirschhorn, Kapwani Kiwanga, Lili Reynaud-Dewar e Tarik Kiswanson. Si tratta di artisti che, con mezzi tra loro differenti, hanno tutti ridefinito il panorama contemporaneo francese e non solo.
Xie Lei è nato a Huainan, nella Cina continentale, nel 1983, e si è formato all’Accademia di Belle Arti di Pechino, per poi ottenere un PhD presso l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, dove ora vive e lavora.
La sua pratica è influenzata, come sottolinea lui stesso, tanto dalla produzione di maestri moderni quali Eugène Delacroix, Francisco Goya e Diego Velázquez quanto dalle ricerche nell’ambito della psicoanalisi di Sigmund Freud e di Julia Kristeva. Come racconta, i suoi soggetti sono «Chimere, combinazioni di elementi tratti dalla mia memoria. Scene banali in cui accade sempre qualcosa di straordinario».
La serie che ha presentato in occasione dell’esposizione del Prix Marcel Duchamp è, in particolare, composta da sette tele monumentali in cui figure ambigue — corpi sospesi, in caduta o parzialmente disciolte — emergono da campiture luminose e iridescenti. La scelta cromatica, una palette di verdi quasi fosforescenti, e la scala dei dipinti, insieme, creano un’esperienza visiva che annulla la distanza tra osservatore e immagine, trasformando la pittura in un dispositivo di straniamento e ambiguità. Critici e testi di sala hanno insistito sulla «Poetica dell’inquietudine» e sul lavoro di Xie sul margine tra visibilità e scomparsa.
Mostre recenti dell’artista franco-cinese includono Mort heureuse (Semiose, 2025) e Désarroi (Sies + Höke, 2025). In tutte queste occasioni, i suoi dipinti hanno messo in evidenza la sua costante ricerca su smarrimento, dissolvenza e caduta: temi che oggi lo collocano come una delle voci più singolari della Nuova figurazione europea.
La scelta della commissione del Prix Marcel Duchamp di quest’anno, dunque, conferma la tendenza della giuria a premiare pratiche che, pur lavorando con media tradizionali come la pittura, riescono a ridisegnarne i confini in chiave contemporanea.
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