Due artiste per raccontare le tensioni del potere: il Padiglione Germania alla Biennale Arte 2026

di - 30 Maggio 2025

A rappresentare la Germania alla 61ma Biennale d’Arte di Venezia saranno Henrike Naumann e Sung Tieu, la curatela del padiglione è invece affidata a Kathleen Reinhardt, nominata dal comitato selezionatore dell’IFA – Institut für Auslandsbeziehungen, ente commissario della partecipazione tedesca all’importante manifestazione lagunare, finanziato dal Ministero degli Esteri federale. «Con Henrike Naumann e Sung Tieu affrontiamo temi cruciali come la responsabilità storica e l’agire collettivo attraverso uno sguardo radicalmente contemporaneo», ha affermato Reinhardt. «Le loro pratiche, pur molto diverse, sono accomunate da una profonda consapevolezza politica e da un’attenzione quasi archeologica alle strutture del potere invisibile».

Il Padiglione Germania, un testimone che scotta

Ospitato dal 1909 nell’ex Padiglione bavarese ai Giardini della Biennale, il Padiglione Germania ha visto nel corso degli anni protagonisti assoluti della storia dell’arte contemporanea: da Joseph Beuys a Hans Haacke, da Nam June Paik a Isa Genzken, fino ad Anne Imhof e Maria Eichhorn. Con ben sette Leoni d’Oro all’attivo, quattro dei quali per miglior partecipazione nazionale, è uno dei padiglioni più premiati nella storia della Biennale.

Con la scelta di Naumann e Tieu, la Germania sembra voler riaffermare un posizionamento critico nei confronti della sua stessa storia: uno sguardo che non teme di confrontarsi con i nodi irrisolti interni e con le nuove geografie del potere globale.

Nella loro ricerca, le due artiste lavorano spesso sulle frizioni tra storia e memoria, con risvolti nella complessità del presente, in particolare europeo, segnato da rigurgiti bellici, flussi di individui e conflitti identitari. Seppur con origini e linguaggi differenti, Naumann e Tieu indagano su ciò che rimane nascosto nei codici estetici della burocrazia, dell’architettura domestica, delle istituzioni. E non è un caso che questa nomina arrivi in un momento in cui il “Vecchio Continente” è attraversato da nuove forme di radicalizzazione, con guerre alle porte e un crescente disincanto verso la democrazia, forma politica tradizionalmente associata alle strutture di potere occidentali.

Henrike Naumann: il design come campo di battaglia

Nata nella ex DDR nel 1984, Henrike Naumann vive e lavora a Berlino. Le sue installazioni, ambienti scenografici costruiti con mobili, oggetti quotidiani, suoni e video, riflettono sulle estetiche domestiche come specchi di ideologie. Cresciuta in un contesto post-riunificazione segnato da tensioni politiche sotterranee, Naumann ha trasformato il linguaggio del design in uno strumento di indagine sulle radici del radicalismo, osservando con sguardo critico i processi di normalizzazione del gusto borghese.

La sua ricerca, che l’ha portata dalla Ghetto Biennale di Haiti al MoMA di Varsavia, fino alla Harvard University, si muove tra documentazione storica e fiction politica, decostruendo narrazioni identitarie attraverso materiali di uso comune. Nel 2026, oltre a rappresentare la Germania a Venezia, assumerà la cattedra di scultura presso la Hochschule für bildende Künste di Amburgo.

Henrike Naumann, 2020

Sung Tieu: geografie del controllo e dissonanze istituzionali

Classe 1987, nata a Hải Dương, in Vietnam, e cresciuta in Germania, Sung Tieu ha saputo trasformare la sua esperienza diasporica in una lente per interrogare i meccanismi della sorveglianza, della memoria coloniale e della violenza burocratica. Le sue installazioni, dense di suoni, testi, materiali d’archivio e oggetti trovati, sono ambienti immersivi dove l’individuo si confronta con le strutture impalpabili del potere.

Sung Tieu, 2021

La sua pratica, riconosciuta a livello internazionale con mostre personali al KW Institute, alla Kunsthalle Nürnberg, al Mudam e alla Amant Foundation, si è affermata per la capacità di rendere tangibili le frizioni tra il linguaggio istituzionale e ciò che esso omette. Tieu, come dichiara, è attratta dagli «Interstizi tra forma materiale e struttura discorsiva», laddove prende corpo un’arte che sfugge a ogni semplificazione ideologica.

Articoli recenti

  • Musei

Riapre la Pinacoteca di Ancona: nuova vita per il museo Francesco Podesti

La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…

6 Dicembre 2025 10:30
  • Mercato

Cani-robot e opere oversize: dentro le due anomalie di Art Basel Miami Beach

Tra intelligenza artificiale, installazioni monumentali e video immersivi, i settori "Zero 10" e "Meridians" mostrano come la fiera di Miami…

6 Dicembre 2025 10:18
  • Arte contemporanea

Quella di Warhol non è mai la “solita zuppa”: l’eredità di un soggetto iconico

La lattina più famosa dell’arte torna protagonista: denigrata, celebrata, reinterpretata. La sua metamorfosi mostra quanto la visione di Warhol continui…

6 Dicembre 2025 9:30
  • Musei

Credere che il mondo possa sollevarsi insieme al proprio desiderio. Nasce a Mantova il Museo Sonnabend

La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…

6 Dicembre 2025 0:02
  • Personaggi

Addio a Frank Gehry. Muore un titano dell’architettura

Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…

5 Dicembre 2025 21:24
  • Arte contemporanea

La Società delle Api si sposta a Roma, con Luca Lo Pinto nuovo direttore artistico

La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…

5 Dicembre 2025 17:30