Palazzo Forcella De Seta, Copyright Manifesta, Photo by Cave Studio
Hauser & Wirth, una delle gallerie più influenti a livello internazionale, ha scelto Palazzo De Seta di Palermo come sede del suo primo avamposto italiano. Un investimento imponente, strategico e fortemente identitario, che conferma quanto il capoluogo siciliano continui a esercitare la propria attrazione verso il sistema dell’arte, con la sua eredità storica dalla vocazione mediterranea, unita a una vivacità culturale che aveva lasciato un segno già con la biennale itinerante Manifesta, nel 2018.
La trattativa con il colosso dell’arte, siglata a metà novembre, riguarda circa 2mila metri quadrati di uno dei palazzi più affascinanti del fronte mare palermitano, nel quartiere della Kalsa, con il suo stile neogotico, la terrazza e il piano nobile dalle grandi sale affacciate sul golfo, la biblioteca ottocentesca del marchese, l’ala che guarda verso l’NH Hotel e quella connessa alla Porta dei Greci. Stratificazioni che raccontano una lunga storia di trasformazioni, abbandoni e rinascite. Resteranno invece ad ANCE Palermo, l’associazione dei costruttori edili che ne deteneva la proprietà dal 2003, gli spazi da loro utilizzati negli ultimi 20 anni, periodo in cui hanno investito quasi un milione di euro per mettere in sicurezza e restaurare l’edificio. Il passaggio di proprietà diventerà definitivo solo allo scadere dei 60 giorni di prelazione spettanti a Regione Siciliana e Ministero della Cultura, trattandosi di un bene vincolato.
Fondata nel 1992 da Iwan e Manuela Wirth e Ursula Hauser, la galleria conta sedi in città nodali del mercato dell’arte, come New York, Londra, Los Angeles, Zurigo, Parigi, Hong Kong. L’apertura di Palermo rappresenta dunque non tanto un ampliamento quanto una scelta di posizionamento, un po’ come già successo con la sede di Minorca, una diversificazione strategica rispetto alle capitali globali, che intercetta una città in trasformazione, con un costo della vita ancora sostenibile, un patrimonio architettonico unico e una crescente attenzione internazionale. Una città dove, negli ultimi anni, artisti, collezionisti e curatori hanno trovato un laboratorio urbano vivo, contraddittorio e ricco di possibilità.
Palazzo De Seta, già tra le sedi più visitate di Manifesta 12, si presta naturalmente a un progetto di ampio respiro. Hauser & Wirth ha presentato un progetto totalmente conservativo, accolto favorevolmente dalla Soprintendenza, con un cronoprogramma di quattro anni, a partire dal 2026, che comprenderà consolidamenti strutturali, impiantistica, illuminazione museale e un intervento complessivo firmato da un’archistar internazionale il cui nome non è ancora stato rivelato.
Per Palermo, l’arrivo della super-galleria potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione. La città è stata al centro di molte attenzioni nell’anno di Manifesta, quando gli spazi della Kalsa e del centro storico si sono aperti al pubblico. Oggi, a distanza di sette anni, l’arrivo di Hauser & Wirth può essere interpretato come il segnale di un rinnovato dinamismo culturale ma la domanda è se questi nuovi flussi saranno in grado di consolidare le reti della produzione artistica e generare concrete opportunità per l’intero ecosistema creativo.
Il punto cruciale riguarda il tipo di relazione che questa presenza potrà instaurare con la città. Una galleria globale come Hauser & Wirth, abituata a muoversi in contesti altamente competitivi e a ospitare artisti di altissimo profilo, potrebbe trasformare la sede palermitana in un avamposto esclusivo, una sorta di enclave destinata a un pubblico selezionato. La sfida sarà dunque evitare l’effetto “isola”, costruendo invece un dialogo reale con il territorio: collaborazioni con artisti locali, partnership con istituzioni pubbliche e private, progetti educativi e attività che facciano del Palazzo non solo un luogo di esposizione ma un punto di scambio culturale attivo.
Se questo equilibrio verrà raggiunto, la città potrebbe beneficiare di un circolo virtuoso: nuovi visitatori attratti dal prestigio della galleria, una maggiore attenzione internazionale, opportunità per i professionisti dell’arte e un rilancio sostenibile del patrimonio architettonico. A sua volta, Hauser & Wirth troverebbe in Palermo qualcosa che nessun’altra sede può offrire: uno scenario irripetibile, una comunità vibrante, un’identità culturale complessa e ancora poco esplorata dal grande mercato.
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