Merz e Palermo: un progetto di futuro

di - 30 Ottobre 2021

Quando arrivò Manifesta a Palermo, nel 2018, i più scettici dissero che alla città non sarebbe rimasto nulla: ben sappiamo quanto possano essere inutili a livello sociale le operazioni calate dell’alto. Più ampio, invece, fu l’eco di chi affermava che Manifesta aveva avuto un pregio: far scoprire Palermo, più che gli artisti esposti.
Operazione quasi riuscita se è vero, come afferma Massimo Valsecchi, collezionista che a Palermo ha aperto Palazzo Butera, che da allora la città siciliana è diventata un po’ meno periferica nella geografia del contemporaneo in Europa.
Su questa lunghissima scia, interrotta come ogni altra cosa dalla pandemia, ad aprire le sue porte martedì 26 ottobre, è stato anche ZAC Centrale, ovvero un protocollo d’intesa tra Comune di Palermo e Fondazione Merz di Torino, che per i prossimi 3 anni avrà qui la sua seconda base (su modello di cogestione pubblico-privato) dopo aver lavorato in Sicilia anche con BAM, la Biennale Arte Mediterraneo, la cui ultima edizione si è tenuta nel 2019.

Marisa Merz, La conta, 1967, film 16 mm, b/n, muto, trasferito su supporto digitale, 2’ 44’’, Coll. Priv. Courtesy Fondazione Merz  –  photo Filippo M. Nicoletti

Si intitola “L’altro, lo stesso” questa mostra-epifania, a cura di Beatrice Merz e Agata Polizzi, ispirata al titolo di Borges El otro, el mismo, costruita nel segno della libertà e del dialogo, e che riporta in vita – grazie allo spettacolare restauro sostenuto da Merz – il più ampio Padiglione dei cantieri culturali alla Zisa.
Dentro e fuori dalle sue mura dialoghi: con la città, con i visitatori grandi e piccoli (l’ingresso è gratuito), e tra gli artisti. «La mostra – ci spiega Agata Polizzi – è costruita come un dispositivo attraverso il quale si innesteranno le opere e i percorsi che si avvicenderanno, lasciando in permanenza – al centro della grande area – la Doppia spirale (1990) che porta su di sé il neon Se la forma scompare la sua radice è eterna (1982) e l’immensa Pietra serena sedimentata depositata e schiacciata dal proprio peso così tutto quello che è in basso va in alto e tutto quello che è in alto va in basso sopraelevazione e opera incerta di pietra serena (2003) di Mario Merz, oltre ad una serie incredibile di disegni e piccole sculture (Testine) di Marisa Merz».
Da questa “natura”, da questo spirito umano e architettonico attraverso il quale disporre bellezza, per questa occasione possiamo incontrare un grande wall di Lawrence Weiner, Built at the edge of grass (2007), la grande installazione fotografica di Lida Abdul Time, Love and the Workings of Anti-Love (2013), Emily Jacir con Le maglie del pomeriggio, Roma 29 marzo 2020, il bel video dedicato al Vesuvio di Rosa Barba, ma anche l’installazione luminosa di Alfredo Jaar in facciata, Two or three things I know about the monster (2016-19), l’opera protagonista della splendida installazione al Teatro Bellini in occasione di BAM 2019, e che oggi dialoga idealmente con il vicino Istituto Antonio Gramsci, una delle raccolte librarie più importanti dedicata alla storia della Sicilia e Palermo.

Front: Lida Abdul, Time, Love and the Workings of Anti-Love, 2013, installazione sonora, macchina fotografica, 480 foto in bianco e nero, dimensioni variabili. Back: Lawrence Weiner, Built at the edge of the grass, 2007, Language + the materials referred to, Courtesy l’artista, Galleria Giorgio Persano, Torino; Fondazione Merz, Courtesy Fondazione Merz  –  photo Filippo M. Nicoletti

«L’aspetto più interessante di questo accordo è la sinergia che la Fondazione Merz sta attuando, ovvero l’idea di costruire un lavoro condiviso, di tenere sempre presente un confronto aperto con la città – spiega l’Assessore alla Cultura, Mario Zito, che continua – il fatto che la Fondazione entri nel dibattito cittadino con una dimensione internazionale, è per noi un grande onore che vorremmo far capire e interagire. Il progetto di ZAC Centrale dovrà vivere mediando con il territorio, in maniera relazionale».
D’altronde, proprio per evitare il margine dell’errore dell’autoreferenzialità – mai come oggi una questione da evitare – l’arte contemporanea deve mantenere un contatto con la realtà; quello che rimase dopo Manifesta, a Palermo, di fatto venne concepito proprio grazie allo sguardo degli artisti. E in questo progetto di Merz per ZAC ci sono molti di questi aspetti: il nutrimento “sociale”, l’idea di una circolarità, il concetto del “prendersi cura dell’altro” e di sconfinare.

Rosa Barba, The Empirical Effect, 2010, 16mm film transferred to video, color, sound, 22 min, Film still © Rosa Barba

«Questa apertura è la prima festa, ma deve essere anche la prima costruzione di un percorso», rimarca Zito, che insiste anche sul fatto che non si può considerare Palermo come territorio da colonizzare, per il suo essere città indomabile, aperta e allo stesso tempo contraddittoria, incredibilmente bella e problematica.
Un luogo in cui è racchiusa tutta la magia del titolo “L’altro, lo stesso”, dove centinaia di etnie vivono e convivono: una cifra imprescindibile di tutta l’arte contemporanea e non solo.
E così, ZAC Centrale con Fondazione Merz, andrà ad arricchire quello che Zito definisce un “progetto di città”, ovvero un insieme di attori (da Palazzo Butera alle gallerie private, dalla Fondazione Barbaro alle realtà della Magione e della Kalsa, dagli spazi indipendenti agli Archivi e ai musei storici) in cui nessuno soccomba sotto un unico disegno, ma si possa innescare un dialogo continuo e arricchente che non sia né una dispersione di energie, né di fondi.

Articoli recenti

  • Arte contemporanea

Ancora problemi per la Biennale di Istanbul, che chiude in anticipo

La 18ma edizione della Biennale di Istanbul avrebbe dovuto svolgersi su tre anni ma ha chiuso dopo due mesi, a…

30 Dicembre 2025 15:23
  • Mostre

Per H. H. Lim, la realtà è un’esperienza fluida, da modellare in opera

Casa Morra, a Napoli, ospita una nuova personale di H. H. Lim: l’artista di origini malesi, da 50 anni in…

30 Dicembre 2025 12:30
  • Arte contemporanea

Da Burri a Cattelan: la GNAMC approda a Palazzo Valle e dialoga con il barocco di Catania

Un nucleo senza precedenti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma approda a Palazzo Valle di Catania: 53…

30 Dicembre 2025 11:30
  • Arte contemporanea

Studio Orma è il nuovo spazio di Roma dedicato agli artisti under 30

A Roma ha recentemente aperto Studio Orma, galleria fondata da Edoardo Innaro e Marco Celentani, dedicata agli artisti under 30:…

30 Dicembre 2025 10:42
  • Arte moderna

L’Ottocento a Napoli: il nuovo allestimento alla Certosa di San Martino

Negli spazi della Certosa di San Martino, il nuovo allestimento dedicato all’800 napoletano: 12 sale e circa 200 opere, tra…

30 Dicembre 2025 9:52
  • Mostre

Nel segno dell’oro e dell’argento: Carla Accardi, a Verona

Fino al 28 marzo, presso la Galleria dello Scudo, una personale dell’artista siciliana presenta le opere realizzate nel biennio sperimentale…

30 Dicembre 2025 0:02