Reagente di Stefano Cagol, una reazione chimico-artistica sul web

di - 9 Giugno 2020

Una reazione chimica può assumere un valore artistico inaspettato, come dimostra il nuovo lavoro di Stefano Cagol, Reagente. Un’opera concettuale di video arte che rende omaggio ad Alberto Rossini, creatore della Fondazione Alberto Rossini e Rossini art site. Il progetto nasce per portare avanti la V edizione del ciclo “Gli amici di Alberto Rossini”.
Non potendo svolgere l’evento sul posto in modo consueto a causa del coronavirus, quest’anno è stata scelta la forma virtuale per svolgere l’iniziativa.

Dal 13 maggio, Reagente è visualizzabile su questo link, per una fruizione libera e coinvolgente. L’evento, a cura di Francesca Guerisoli, durerà fino al 13 giugno e offrirà ai nostri schermi questo filmato ad alta risoluzione.

La metafora artistica in una reazione chimica

Abbiamo già visto recentemente Stefano Cagol impegnato nella querelle in merito al direttore artistico per il Museo MART. Ora, in questo suo ultimo lavoro, l’artista si cimenta nel ricreare un ritratto concettuale di Alberto Rossini, soffermandosi su alcuni aspetti ricorrenti della sua vita, che ruotano attorno al numero 19. Il 19 febbraio è infatti il giorno della sua nascita, a 19 anni, dopo la perdita di suo padre, inizia a dedicarsi al collezionismo artistico, 19 è anche il numero che corrisponde all’età che aveva suo figlio Pietro quando morì.

Reagente cerca di catturare questi dettagli, focalizzando l’attenzione sulla particolare reazione di un metallo alcalino, il kalium (potassio). Numero 19 della tavola periodica, la fiamma generata da questo elemento non si spegne a contatto con l’acqua. Sebbene l’unione di fuoco e acqua sia totalmente inconciliabile, l’eccezionalità di questa reazione simboleggia la convivenza di altri due concetti: la vita e la morte. Nella vita di Alberto, l’arte è stata un potente reagente in grado di unire gli opposti, proprio come lo è il kalium. Anche il materiale è importante, la scelta del metallo allude all’interesse di Alberto nel collezionare opere resistenti al tempo.

Attraverso l’uso di videocamera a infrarossi, microscopio ed endoscopio, Cagol ci regala delle immagini che traducono metaforicamente la vita di Rossini. Sfruttando suggestioni scientifiche, trascrizioni di parole e suoni ambientali, l’artista guida l’osservatore alla comprensione di una personalità in maniera profonda.

La Fondazione

Dopo aver fondato, nel 1969, la Ranger Italiana, azienda leader nel settore delle materie plastiche e dei materiali compositi, Alberto Rossini decide di affiancare al suo lavoro di imprenditore quello di collezionista d’arte. Nel 2015, nasce il parco Rossini Art Site e, nel 2017, la Fondazione Pietro e Alberto Rossini.  In questo polo artistico tra le colline della Brianza, troviamo un patrimonio di opere che portano la firma di Jean Tinguely, Daniel Spoerri, Dennis Oppenheim, Fausto Melotti, Pietro Consagra, Hidetoshi Nagasawa, Giò Pomodoro, Giulio Turcato.

Con Reagente, Stefano Cagol racconta l’impronta che Alberto Rossini ha lasciato nel campo artistico e lo fa scegliendo un linguaggio simbolico. Dando prova di come una reazione chimica inaspettata sia in grado di raccontare il lato meno noto e più profondo di una celebre personalità.

Laureata in storia dell’arte con specializzazione in ambito contemporaneo all’Università La Sapienza di Roma. Durante la sua formazione ha studiato presso l’Universidad de Sevilla e Université Paris Sorbonne IV. I suoi studi si sono concentrati sull’arte andalusa contemporanea, sull’arte contemporanea femminile e gender studies. Ha svolto ricerche nell’archivio parigino AWARE, Archives of Women Artists, Research and Exhibitions, un'associazione co-fondata nel 2014 e diretta dalla celebre curatrice Camille Morineau. Tra il 2014 e il 2016 ha scritto per The Walkman Magazine e dal 2019 collabora con Exibart. In questi anni si è occupata di progetti di curatela come assistente di galleria e ha partecipato al Workshop Narrare per immagini al MAXXI e al progetto I had a dream, organizzato nel 2018 dalla Moleskine Foundation, insieme al curatore Simon Njami presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.

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