Richard Long, Maas Riverstones Circle, 2023. Courtesy of the artist, 2023. Photo: Rijksmuseum/Jannes Linders
Tempi gloriosi per il Rijksmuseum di Amsterdam che, dopo aver fatto tremare di gioia il mondo e i botteghini con l’imperdibile – per chi ha avuto la fortuna di trovare i biglietti –, epocale mostra dedicata a Johannes Vermeer, sta per inaugurare un bel progetto di Richard Long, protagonista storico della Land Art, realizzato grazie a una generosissima donazione record di 12,5 milioni di euro. Dall’antico al contemporaneo e sempre in primissima linea e con grandi ambizioni, insomma.
«Siamo estremamente grati per questa donazione eccezionale, che ci consentirà di presentare arte moderna e contemporanea nell’eccezionale giardino del museo, dove tutti potranno goderla gratuitamente», ha dichiarato il direttore del Rijksmuseum, Taco Dibbits. Per gestire la donazione sarà istituita anche una nuova fondazione dedicata ai giardini, che si occuperà anche di organizzare le prossime mostre all’aperto, per almeno dieci anni.
Partnership a lungo termine di questo tipo sono estremamente importanti per il Rijksmuseum, che si affida a partner, fondi e benefattori privati ​​per circa un terzo delle sue entrate. Il donatore della cifra record – la donazione privata più ampia nella storia del museo – ha preferito rimanere anonimo e ha sostenuto anche la divertente mostra “Crawly Creatures” del 2022, dedicata al mondo degli insetti e in occasione della quale gli addetti alle pulizie del museo preservarono le ragnatele.
Il Rijksmuseum, in collaborazione con Alfred Pacquement, l’ex direttore del Centre Pompidou di Parigi, dal 2013 organizza mostre annuali di scultura all’aperto di artisti moderni e contemporanei. Le mostre precedenti erano dedicate a Henry Moore (2013), Alexander Calder (2014), Joan Miró (2015), Giuseppe Penone (2016), Jean Dubuffet (2017), Eduardo Chillida (2018), Louise Bourgeois (2019), Ellsworth Kelly (2021) e Barbara Hepworth (2022). «Dieci anni fa abbiamo tenuto la prima mostra di giardini e quella di quest’anno è molto insolita», ha continuato Dibbits.
L’operazione di Richard Long si sviluppa nei giardini del Rijksmuseum, che l’artista inglese, nato a Bristol nel 1945, ha reinterpretato creando una serie di sei nuove opere in erba tagliata e pietra. Come nel suo stile, dunque, le opere si adattano armoniosamente al contesto del caratteristico edificio monumentale risalente agli anni ’80 del XIX secolo e progettato da Pierre Cuypers. Autodefinitosi come «L’ultimo dei dilettanti» in arte, al Rijksmuseum Richard Long ha falciato l’erba e disposto massi in varie forme. All’interno dell’atrio e in una grande sala del museo, sul pavimento di marmo, ha anche ricreato un cerchio e un serpente fatto di rocce svizzere e indiane.
«Mi piace sollevare tutte le pietre, camminare per migliaia di chilometri in paesaggi meravigliosi, accamparmi di notte. Il mio lavoro è come un autoritratto di me nel mondo in cui vivo. Non mi interessa fare un monumento, le opere non lasceranno traccia», ha spiegato l’artista, che ha fatto delle passeggiate in natura il suo metodo di lavoro. Ma per preservare le opere almeno per il tempo della mostra, i giardinieri dovranno mantenere l’erba a un’altezza specifica e procedere a tutte le operazioni di cura del verde.
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