27 settembre 2022

Insetti, ragni e ragnatele al Rijksmuseum, per una mostra strisciante

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I ragni hanno finalmente avuto il permesso di colonizzare il Rijksmuseum di Amsterdam, per mostrare come sia cambiata, nel corso dei secoli, la nostra percezione degli insetti e del mondo

Stag Beetle, Dürer Albrecht, 1505, Getty Museum, Los Angeles

Se avete paura degli insetti, allora fareste meglio a girare alla larga dal Rijksmuseum: l’importante istituzione museale di Amsterdam ha infatti raccomandato ai suoi addetti alla pulizia di mettere da parte aspirapolvere e piumini, per salvaguardare i ragni e tutti gli altri piccoli e incredibili esseri viventi che tra le vivono nelle intercapedini e strisciano tra gli angoli. In fondo, paura di cosa? I ragni più pericolosi al mondo molto raramente si trovano nelle case e poi, insomma, la differenza tra un temibile esemplare di Phoneutria nigriventer e una comunissima Tegenaria domestica salta subito agli occhi. Perché, in effetti, proprio di questo si parla nella mostra di prossima apertura al Rijksmuseum, cioè di quanto la particolare conformazione degli insetti e dei ragni sia stata un soggetto di irresistibile fascino per scienziati e artisti nel coro dei secoli.

 

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Dalle formiche ai ragni, dalle farfalle ai coleotteri, partendo dal singolare caso del famoso rinoceronte Clara, ritratto da alcuni degli artisti più famosi del ‘700, “Clara and Crawly Creatures” porta in mostra più di 200 oggetti che raccontano i cambiamenti nella considerazione, nella percezione e nella comprensione degli animali striscianti. Prima del XVI secolo erano trattati piuttosto male, le persone vi vedevano un simbolo di decadenza e di morte. Poi qualcosa cambia, il mondo diventa un po’ più ampio, il micro e il macro entrano in gioco sulla scacchiera del pensiero e della rappresentazione, gli insetti diventano oggetto di studio, si iniziano a osservare un po’ più da vicino e, in qualche modo, cambia anche il nostro punto di vista.

Aveva anticipato tutto il grande Albrecht Durer, con il suo bellissimo acquarello su carta, risalente al 1505, dello Scarabeo Cervo, che si palesa in tutta la sua maestosa micro-bellezza. Nell’opera, il coleottero è riprodotto con grande cura anatomica e una dignità decisamente in controtendenza rispetto alla sua epoca. Ma per Durer, che realizzò molti lavori dedicati ad animali, come gufi e conigli – e non erano nature morte ma veri ritratti – l’arte era già tutta nella natura delle cose. Conservato al Getty Museum di Los Angeles, il ritratto dello Scarabeo Cervo è uno dei pezzi più significativi in esposizione al Rijksmuseum per la mostra “Clara and Crawly Creatures”.

MARIA SIBYLLA MERIAN (1647-1717), Branch of Pomelo (Grapefruit) with Green-Banded Urania Moth 1702-03

E dunque, con quale coraggio si possono andare a demolire quelle mirabili creazioni che sono le ragnatele? Julia Kantelberg, assistente curatrice del museo olandese, ha spiegato di essere stata incoraggiata da Tomás Saraceno a preservare quei preziosi e fragili filamenti, ovunque siano. L’artista argentino sarà presente in mostra con una sua opera e questo suo atteggiamento non sorprende, considerando che molti dei suoi lavori più conosciuti consistono proprio in oggetti poeticamente sospesi a miriadi di sottilissimi fili. E dunque, almeno in occasione della mostra, le creazioni dei ragni verranno trattate alla stregua delle opere d’arte della prestigiosa collezione del Rijksmuseum, proprio come una qualsiasi Ronda di Notte di un Rembrandt qualunque.

D’altra parte, si tratta di più che di reperti archeologici, visto che i primi insetti risalgono a circa 480 milioni di anni fa e, insieme alle prime piante, sviluppatesi praticamente in contemporanea, hanno modellato i primi ecosistemi terrestri. In effetti si può dire che noi, esseri umani, siamo le opere create dagli insetti. La stessa scultura presentata da Saraceno per la mostra al Rijksmuseum è stata realizzata con seta tessuta da quattro specie di ragni, frequentatori abituali dello studio dell’artista a Berlino. «Trovo sempre più difficile dire che è la mia scultura», spiega l’artista, suggerendo che gli stessi ragni dovrebbero essere riconosciuti come gli artefici se non gli autori dell’opera.

«Saraceno ci ha sfidato a riconoscere le ragnatele con cui stiamo già convivendo nel Rijksmuseum», ha spiegato Kantelberg. «Ciò significa che dobbiamo cambiare le nostre procedure e ampliare le nostre prospettive: non rimuovere i ragni e le loro ragnatele dalle aree pubbliche. Tre mesi prima dell’apertura della mostra, agli addetti alle pulizie è stato chiesto di non rimuovere i ragni e le loro ragnatele. Da allora vado in giro settimanalmente per individuare dove hanno iniziato ad apparire le ragnatele: un modo molto diverso di guardare l’edificio che conosco così bene».

Con il nome comune di ragni, si comprendono circa 49.720 specie di artropodi e ancora oggi riservano molte sorprese. Considerati degli astuti e pazienti predatori, in realtà ne esistono anche di vegetariani, il simpatico Bagheera kiplingi che, scoperto solo nel 2007, si nutre quasi esclusivamente di fonti vegetali, forse per stare al passo con i tempi. «Abbiamo chiesto al museo di smetterla di trattarli come parassiti e il museo ha concordato in modo meraviglioso», ha continuato Saraceno.

Casa Tomada, Rafael Gomezbarros, Rijksmuseum. Ph. Piroschka van de Wouw/Reuters

Ma il museo è grande e tante sono le varietà di insetti prese in considerazione. Tra le altre opere in mostra, un’installazione chiamata “Casa Tomada”, realizzata dall’artista colombiano Rafael Gomezbarros, che presenta uno sciame di gigantesche formiche scultoree. «Alle persone con entomofobia (paura degli insetti), questa opera potrebbe innescare reazioni impreviste», si legge sul sito del Rijksmuseum. Visitatore avvisato.

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