04 gennaio 2022

Il Rijksmuseum ha pubblicato una nuova super foto della Ronda di Rembrandt

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La Ronda di Notte, capolavoro di Rembrandt conservato al Rijksmuseum di Amsterdam, come non l'avete mai vista: una foto a 717 gigapixel ci fa entrare nelle particelle di vernice

Non molto tempo fa, il Rijksmuseum pubblicava una foto in altissima risoluzione della Ronda di Notte, il capolavoro realizzato da Rembrandt nel 1642, con una risoluzione di ben 44,8 gigapixel. Ma visto che la tecnologia delle immagini fa passi da gigante da un mese all’altro, il museo di Amsterdam l’ha fatta ancora più grande e ha appena presentato un’immagine a risoluzione ancora più alta, circa quattro volte più nitida, arrivando alla cifra monstre di 717 gigapixel. In questo modo, gli spettatori possono entrare nelle minuscole particelle di vernice, scoprendo letteralmente un nuovo universo nascosto dietro la superficie del pigmento. D’altra parte, per riprodurre una grande opera – le dimensioni del quadro sono 363 × 437 centimetri – è necessaria un’immagine grande.

L’immagine è stata composta a partire da un mosaico di 8.439 singole fotografie, un progetto che è stato descritto da Rob Erdmann, lo scienziato del Rijksmuseum che ha messo insieme la foto gigante, come una «Sfida incredibile».

La distanza tra due pixel è di 5 micrometri (0,005 millimetri), il che significa che un pixel è più piccolo di un globulo rosso umano. Il team ha utilizzato una fotocamera Hasselblad H6D 400 MS da 100 megapixel per realizzare le 8.439 foto, ognuna di 5,5 cm x 4,1 cm. L’intelligenza artificiale è stata utilizzata per unire insieme queste fotografie, formando l’immagine finale, il cui file pesa ben 5,6 terabyte. Per avere un’idea: 1 TB di spazio di archiviazione corrisponde a 1.000 GB di dati, ovvero circa 8 smartphone con una capacità di circa 128 GB. Secondo quanto dichiarato dal museo, la fotografia della Ronda di Notta è attualmente la più grande e dettagliata di qualsiasi altra opera d’arte al mondo. Il museo è attualmente chiuso a causa delle restrizioni dovute alla nuova ondata di Covid – dovrebbe riaprire dopo il 14 gennaio 2022 – ma l’immagine è stata caricata sul sito web in modo che tutti possano visualizzarla.

L’opera di Rembrandt, il cui titolo originale è “La milizia del secondo distretto sotto il comando del Capitano Frans Banninck Cocq”, è stata sottoposta a un avanzatissimo restauro, sviluppato attraverso le tecnologie più all’avanguardia. In particolare, a “condurre” i lavori è stata una Rete Generativa Avversaria (in inglese GAN – Generative Adversarial Network), un sistema di intelligenza artificiale che già ci aveva fatto vedere di cosa era capace, quando un’opera realizzata con questa tecnologia, Portrait of Edmond de Belamy, fu venduta da Christie’s New York per 432mila dollari.

L’ardita operazione di restauro è stata promossa già dal 2019 dal Rijksmuseum, nella cui collezione è gelosamente conservata l’opera capitale di Rembrandt che, nel corso del tempo, ha subito anche diverse modifiche, più o meno “ufficiali”. Nel ‘700 furono rimossi due pannelli laterali e alcune sezioni in alto e in basso, quando fu spostata dalla sua posizione originale, cioè la sala di riunione delle guardie civiche del Kloveniersdoelen, capitanate appunto da Frans Banning Cocq, per essere esposta al municipio di Amsterdam. I ritagli originali di quelle parti sono andati perduti ma l’Intelligenza Artificiale è riuscita a “ricostruirli”, basandosi su delle copie coeve. Nel 1975, inoltre, un individuo in preda a un raptus colpì la tela, causando 13 squarci, alcuni dei quali lunghi fino a 80 centimetri.

Dopo una lunga fase preparatoria, indispensabile per capire in che modo intervenire e con quali materiali, a gennaio si darà avvio a un’altra fase dei lavori, che durerà da due a tre mesi, per tentare di correggere le deformazioni in un angolo, usando dei pesi per appiattire il dipinto.

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