Coinvolto nei moti risorgimentali, garibaldino, in fuga da Piacenza, la sua città natale, per motivi politici, Pietro Marubi fu costretto a riparare in Turchia, poi in Grecia e, infine, in Albania, nel 1856, tutti territori che, allora, erano sotto il controllo dell’Impero Ottomano. Da Valona si stabilì a Scutari, dove assunse il nome di Pjetër ma era conosciuto anche come “il mago” perché, giocando con la luce, riusciva a creare immagini di persone, uomini in posa ardita con moschetti e stiletti, donne abbigliate alla musulmana. Driteshkronje, così si chiamava il suo studio fotografico, il primo in Albania, che continuò a documentare la storia quotidiana del Paese e dei suoi abitanti fino alla metà del XX Secolo. 150mila fotografie, scattate dal 1858 al 1950 da Pjetër e dai suoi discendenti, ordinate e archiviate in maniera meticolosa, sequestrate nel 1970, durante la dittatura di Enver Hoxha, e oggi conservate al Muzeu Marubi di Scutari, riconosciute patrimonio internazionale dell’UNESCO. Una storia lunga e complessa, che incrocia vicende grandi e piccole e che è stata ripresa da Chiaralice Rizzi e Alessandro Laita, per “The Memory of the Air” progetto a cura di Gabi Scardi e proposto da AFOL Metropolitana, realizzato grazie al sostegno della IX edizione dell’Italian Council della DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC – Ministero della Cultura.
Concepito durante un periodo di ricerca trascorso dai due artisti alla Art House di Scutari nell’estate del 2019, il progetto richiama già nel titolo le raccolte di poesie di Visar Zhiti, scrittore e poeta albanese, condannato a 10 anni di carcere per le sue opere. Per sviluppare il loro progetto nell’ambito dell’Italian Council, Rizzi e Laita sono ripartiti dal territorio, prima nell’area di Scutari e Tirana, poi allargando il campo, seguendo le tracce delle fotografie, diffuse e disperse nelle case o in altri archivi.
A partire da quelle fotografie, i due artisti hanno raccolto una serie di narrazioni, testimonianze di figli, nipoti, pronipoti. L’opera ha quindi preso la forma di un’installazione sonora e di una serie di fotografie degli ambienti, per lo più domestici, in cui gli scatti di Marubi sono tuttora conservati. Un affresco sinestetico, composto dai racconti e dalle memorie personali, che si rispecchia nella collezione del Museo Marubi. Proprio nel museo di Scutari l’opera sarà esposta, fino al 14 febbraio 2022, andando a occupare l’intero piano terra dell’edificio.
Oltre alla mostra, “The Memory of the Air” prevede la realizzazione di un libro d’artista tra marzo e aprile del 2022. A seguire, il progetto sarà presentato al MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, che accoglierà l’opera nelle proprie collezioni implementando così il patrimonio culturale pubblico.
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