Carlo Zoli, Titani, 2021 (dettaglio). Opera unica, Terracotta policroma, cemento, metallo, resine, foglia oro, cm 58 x 47 x 48 cm (Tempesta). Foto Camilla Valli
La saga epica messa in scena da Zoli modellando l’argilla, poi terracotta policroma rifinita con patine, smalti, resine, metalli preziosi, è stata protagonista quest’anno di importanti eventi espositivi a cura di Greta Zuccali, a partire dalla personale “L’infinito volgere del tempo”, tenutasi in primavera a Firenze presso Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana che ha patrocinato l’evento. Oltre alle creature luminose ed eteree delle serie “Quiete” e ai soggetti tenebrosi e battaglieri della serie “Tempesta”, i due volti complementari dell’esistenza a cui l’artista dà forma ormai da un trentennio, il pubblico ha molto apprezzato la nuova serie, da cui il titolo della mostra, incentrata sul tema del Tempo come scorrere incessante di vita e morte, in una visione ciclica degli eventi che evocando antiche filosofie, da Pitagora a Eraclito fino a Nietzsche, si manifesta attraverso l’elemento unificante del cerchio, come “eterno ritorno dell’uguale”.
Spiega la curatrice: «Interpretare il tempo come una linea retta a senso unico porterebbe a considerare ogni attimo come figlio del precedente. Pensare invece all’attimo come eterno ripetersi, immortale, significa predisporsi a vivere la vita come coincidenza di essere e di senso e chiuderla in un cerchio, sia esso di dolore o di felicità. Esiste un eterno ritorno, una ciclicità dell’universo che sfocia nella negazione della finitezza del tempo. L’attimo dunque merita di essere vissuto per sé stesso come se fosse eterno».
Tra le opere esposte ricordiamo Il re di Chiusi e Re Porsenna entrambe del 2023, due raffigurazioni dello stesso personaggio legato alla storia della Toscana ovvero il famoso re etrusco che secondo la tradizione latina avrebbe ottenuto la resa di Roma, un antieroe che con forza e coraggio è riuscito a sfidare e sconfiggere il potere stabilito. Un esempio di lotta per la libertà più che mai attuale, se si pensa ai tanti popoli ancora oppressi ma anche ai diritti civili e di eguaglianza ancora messi in discussione persino nei paesi che si reputano evoluti.
La mostra L’infinito volgere del tempo ha poi fatto tappa tra maggio e giugno a Milano nello spin-off di HUB/ART in via Nerino 2, accompagnata da un testo critico di Luca Nannipieri che ha evidenziato l’originalità dell’artista nella creazione di simboli universali attraverso figure semplici ma efficaci nel catturare immediatamente l’immaginazione; il cerchio ma altresì per esempio la sfera, il teschio, il fuoco, tra perfezione e impermanenza del creato che la maestria di Zoli reifica in raffigurazioni sia singole, stimolo ad una riflessione intima e individuale, sia corali, interpreti di azioni collettive rivelatrici di tensioni e ambizioni sociali.
Sottolinea Nannipieri: «L’insieme è aggrappato ad una regia che deve far bilanciare le parti con il tutto e il tutto con le varie singole parti. Si guardino, ad esempio, alcune delle sue opere più riuscite, ovvero i Titani e gli Immortali. Sono entrambe sculture nelle quali il nostro sguardo è preso dall’interazione scenica, teatrale, delle figure, che si magnetizzano tra di loro. Questa coralità è un portato antichissimo: la statuaria delle civiltà antiche, dalle mesopotamiche alle greche e romane, è statuaria anzitutto di gruppo; le metope, gli altorilievi, le sculture pubbliche, mostrano scene collettive di guerra, di trionfo, di dominio, di festa. Rappresentazioni collegiali sono anche le raffigurazioni cristiane, dalle vie crucis alle deposizioni».
Zoli ha inoltre partecipato a importanti fiere di arte contemporanea in Svizzera, a marzo, alla quinta edizione di YouNique – Fine Craft Art & Design a Villa Ciani di Lugano, a ottobre, per la prima volta a Zurigo all’Art International Zurich 2024 (ne avevamo parlato qui)prestigiosa fiera di arte contemporanea giunta alla 26° edizione, alla Kongresshaus. Tra le opere plastiche che danno voce alle passioni per rappresentare il mondo e le sue infinite danze, ricordiamo presente in entrambe le manifestazioni Ares (2022), dagli occhi infuocati di collera che incarna gli aspetti crudi e brutali della guerra tanto condannata quanto inevitabile se non si controlla il potenziale distruttivo della natura umana, se prevalgono le manie di potere a discapito della convivenza tra le comunità.
Un anno ricco di occasioni che hanno reso noto al grande pubblico l’arte straordinaria di Carlo Zoli.
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