Lascia o non lascia? Alla fine, Larry Gagosian, 77 anni ben portati, ha scelto di nominare un nuovo consiglio di amministrazione. Insomma, dopo le spettacolari indiscrezioni delle scorse settimane, talmente clamorose da aver instillato il sospetto di una burla, che riportavano l’interesse più che concreto di LVMH – il super gruppo del lusso di patron Bernard Arnault – per l’acquisizione del suo impero multinazionale blue chip, il gallerista nato a Los Angeles e di origini armene ha annunciato altri piani.
Il circolo ristretto che deciderà le magnifiche sorti della Gagosian Gallery è composto da 20 persone e si riunirà due volte all’anno almeno, per fare il punto della situazione e fornire una visione strategica per le mosse da seguire. La composizione è eterogenea: otto dipendenti della galleria, tra cui lo stesso Larry, e 12 persone esterne, provenienti da vari settori ma tutte accomunate dall’essere collezionisti di alto profilo.
Tra i membri esterni, che vengono retribuiti per la loro posizione, ci sono la regista Sofia Coppola, l’imprenditore tecnologico e fondatore di Snapchat Evan Spiegel, il curatore italiano Francesco Bonami, Delphine Arnault, figlia del suddetto imprenditore, Dasha Zhukova, direttrice del museo di Mosca Garage, e l’artista Jenny Saville, oltre a Laurent Asscher, Bill Bell, Valentino Carlotti, Matthew S. Dontzin, Glenn Fuhrman, J. Tomilson Hill.
I membri interni, oltre a Larry Gagosian, sono Andrew Fabricant, direttore operativo, Serena Cattaneo Adorno, Senior Director, Parigi, Alison McDonald, direttore creativo, Stefan Ratibor, Senior Director, Londra, Nick Simunovic, direttore senior, Hong Kong, Kara Vander Weg, direttore senior, New York, Millicent Wilner, Senior Director, Londra.
«Il mio obiettivo nel riunire un consiglio di amministrazione era quello di alzare il livello del pensiero strategico della galleria e della visione per il futuro», ha commentato Gagosian. «Ho sentito che era importante accogliere diversi prospettive ed esperienze in una discussione sulle opportunità e le sfide che gli artisti devono affrontare oggi e domani, così come il futuro del collezionismo. Abbiamo raccolto molte delle menti più talentuose nei rispettivi settori, alcuni dei quali hanno esperienza specifica dell’intersezione tra il loro campo e l’arte. Le loro intuizioni possono aiutarci a consolidare le nostre priorità e il nostro posizionamento».
Con le sue varie sedi sparse in tutto il mondo e alcuni degli artisti più influenti in scuderia, tra cui Urs Fischer, Takashi Murakami, Cecily Brown, Richard Serra e Sterling Ruby, per non parlare della gestione delle estate di Maestri come Andy Warhol, Pablo Picasso e Alberto Giacometti, Gagosian è uno dei galleristi che orientano gusti – e quotazioni – a livello globale. Tuttavia, a differenza di altri pari grado, come David Zwirner e Hauser & Wirth, Gagosian non è un’azienda a conduzione famigliare. Di conseguenza, la questione della successione è sorta con urgenza. Anche sulla scia dello scoppio della pandemia, Gagosian ha dovuto chiedersi come poter garantire una vita a lungo termine alla sua creatura. Dalla prima galleria a Los Angeles, nel 1980, ai 19 spazi di oggi, diffusi tra Stati Uniti, Europa e Asia, con circa 300 dipendenti, la strada è stata lunga. E Gago non vuole certamente vederne la fine.
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