Categorie: Arte moderna

Da Botticelli a Mucha: il mito della bellezza attraverso l’arte ai Musei Reali di Torino

di - 16 Maggio 2025

I Musei Reali di Torino presentano la mostra Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione, a cura di Annamaria Bava, fino al 27 luglio 2025 nelle Sale Chiablese dei Musei Reali. Attraverso la storia gli ideali di bellezza sono stati tramandati e sublimati grazie al genio dei grandi maestri pittori, scultori e letterati, rendendone immortale l’essenza. La società occidentale è stata particolarmente influenzata dalla corrente del Neoclassicismo, ispirato all’armonica bellezza del mondo greco, e ancor prima, durante il Medioevo, dalla concezione della bellezza come riflesso di virtù e purezza divina. Dopotutto la bellezza riscontra un fascino universale, attrae e seduce innatamente, imponendosi senza necessità di persuasione. Dinnanzi alla bellezza estasiante della natura siamo pervasi da meraviglia, serenità, desiderio ed elevazione.

Da Botticellia a Mucha, installation view

Oggi la bellezza, considerata massivamente da quasi tutte le società digitali e consumistiche nella sua mera forma apparente, è condizionata dal bombardamento delle immagini stereotipate che celebrano gli idoli contemporanei. Questo ideale estetico effimero anela insaziabilmente ad un superficiale concetto di perfezione, allontanandosi dall’archetipo autentico che un tempo definiva l’essenza della bellezza. La mostra Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione offre un viaggio nel corso dei secoli, indagando l’evoluzione del concetto di bellezza, attraverso gli occhi di artisti che hanno saputo scolpire e dipingere gli ideali armonici che hanno plasmato il gusto della nostra epoca. Oltre 100 opere in 11 sale, tra dipinti, disegni, sculture e bassorilievi sono provenienti dai Musei Reali, dalle Gallerie degli Uffizi e da prestigiose collezioni.

Cesare Saccaggi, A Babilonia (Semiramide), 1905 circa. Olio su tela, 240×140 cm. Su concessione del Mic – Musei Reali, Galleria Sabauda

Il percorso espositivo offre inediti dialoghi di opere, esplorando il significato del concetto di bellezza attraverso il mito, il fascino dell’antico, dell’universo femminile e della meraviglia della natura. La prima sezione è dedicata alla Venere, emblema della bellezza, del fascino e della seduzione. Una serie di dipinti e di statue dedicate alla creatura che ha ispirato secoli di civiltà, ruotano attorno alla celebre Venere (1485-1490) di Sandro Botticelli (1445-1510) della Galleria Sabauda di Torino. Il quadro è messo a confronto con la Venere (1490-1495) di Lorenzo di Credi (1459-1537), in prestito dalle Gallerie degli Uffizi.

Da Botticellia a Mucha, installation view

La seconda sezione è dedicata al mito di Elena, considerata nell’antica Grecia la più bella di tutte le donne mortali. La sua figura, cantata dai poemi omerici viene raccontata nelle tavole tardo cinquecentesche di Lambert Sustris e dagli arazzi seicenteschi della Manifattura di Bruxelles. In mostra anche il gruppo scultoreo in marmo con Il ratto di Elena (1738) di Francesco Bertos (1678-1741). Il percorso procede con il soggetto delle Tre Grazie, dipinto e scolpito da innumerevoli artisti, come simbolo di bellezza, grazia e armonia. In particolare, è datato al 1570 un quadro di piccole dimensioni in olio su rame di Francesco Morandini detto il Poppi. Le tre grazie, personificando gioia, splendore e prosperità, sono dipinte su uno sfondo nero.

Da Botticellia a Mucha, installation view

La mostra ripercorre il virtuosismo, la bellezza e la classicità contemporanea della vestigia della Roma antica con il Taccuino romano di Girolamo da Carpi (1501-1556). I 180 fogli che compongono il taccuino sono oggi divisi tra la Biblioteca Reale di Torino, il Rosenbach Museum & Library di Philadelphia e il British Museum di Londra, mentre la Biblioteca Reale di Torino conserva ben 90 fogli. I disegni di Girolamo da Carpi comprendono numerosi schizzi dei monumenti e delle sculture romane nelle collocazioni originarie, realizzati tra il 1549 e il 1553.

Il percorso di mostra introduce ad una serie di album naturalistici che elogiano la meraviglia della natura. Gli album di fiori, pesci e uccelli, che oggi sono custoditi dalla Biblioteca Reale, facevano parte della “camera delle meraviglie” del duca Carlo Emanuele I di Savoia (1580-1630).  Di seguito, una sezione si sofferma sull’influenza dell’arte classica nel Rinascimento, periodo fondamentale per la riscoperta dei valori dell’arte antica, raccontato attraverso le opere di Giorgio Schiavone, Giovanni Battista Cavalletto, Ludovico Mazzolino, Perin del Vaga, Giovanni da Udine, Giovanfrancesco Rustici, Baccio Bandinelli, Pellegrino Tibaldi e altri maestri dell’epoca.

Da Botticellia a Mucha, installation view

Le ultime sale sono dedicate all’universo femminile partendo dalla testa colossale detta Acrolito di Alba, del fine II secolo a.C., rinvenuta nel 1839 nel foro di Alba Pompeiana, proseguendo con una serie di dipinti dedicati all’ideale della donna elevato tra grazia e virtù. Degna di nota è la Giovane donna con l’unicorno di Luca Longhi (1507-1580), realizzata a metà del Cinquecento, in prestito dal Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo di Roma. La giovane ritratta è probabilmente un’effigie di Giulia Farnese (1475-1524), giovanissima amante del cardinale Rodrigo Borgia, poi Papa Alessandro VI.

La bellezza dei corpi femminili trova il suo splendore nella serie delle Muse del pittore Antiveduto Gramatica (1569-1626) così come nelle sei tele delle Sibille, realizzate dalla pittrice Orsola Maddalena Caccia (1596-1676). La penultima sala offre una selezione di quadri di corte, tra regine, principesse e dame e il percorso delle Sale Chiablese culmina con le figure eteree e floreali di Alphonse Mucha (1860-1939), giungendo al Novecento della Belle Epoque con le sue cromolitografie simbolo dell’Art Nouvaeau.

Alphonse Mucha, F. Champenois, 1897 circa. Cromolitografia, 46,6×34,8 cm. Su concessione del Mic – Direzione Regionale Musei Veneto, Museo nazionale Collezione Salce di Treviso

La mostra si conclude al primo piano della Galleria Sabauda in cui è stato inaugurato il Nuovo Spazio Leonardo dove è custodito il disegno autografo di Leonardo da Vinci (1452-1519), noto come Volto di fanciulla, realizzato tra il 1478 e il 1485 e considerato lo studio preparatorio per l’angelo della Vergine delle rocce, nella versione parigina. Il volto della giovane fanciulla è un ritratto a spalla realizzato su foglio a punta metallica su carta preparata. Il suo sguardo è intenso e magnetico, portatore di tutta la forza del genio di Leonardo.

Leonardo da Vinci, Volto di fanciulla (studio per l’angelo della Vergine delle rocce), 1478-1485 circa. Punta metallica e lumeggiature di biacca su carta preparata, 182×160 mm. Su concessione del Mic – Musei Reali, Biblioteca Reale. L’opera è esposta presso lo “Spazio Leonardo” della Galleria Sabauda

Condividendo le parole di Iole Siena, presidente di Arthemisia società produttrice della mostra, quest’ultima si è rivelata «un nutrimento prezioso per gli occhi, la mente e l’anima», un’occasione per lasciarsi cullare e pervadere dalla bellezza.

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