Brescia e Bergamo insieme per la Capitale italiana della Cultura 2023

di - 15 Maggio 2020

Arte, bellezza e turismo, per ripartire dopo l’emergenza: Bergamo e Brescia, le due città epicentro del contagio da Covid-19, le cui immagini strazianti hanno fatto il giro del mondo diventando icone di questa pandemia, concorreranno unite per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2023. Ad annunciarlo, Emilio Del Bono e Giorgio Gori, rispettivamente sindaci della Leonessa d’Italia e della Città dei Mille, nel corso di una videoconferenza tenutasi in mattinata. Proprio da questa radice storica comune tra Brescia e Bergamo, legata all’identità nazionale, è partita l’idea di presentare un progetto condiviso per il bando della Capitale 2023, che possa rappresentare un’opportunità di riscatto e di rilancio per le due città.

«Usciamo da mesi molto difficili, di sofferenza e dolore ma anche di intensità e impegno. Ma ora è il momento di progettare il futuro e darsi un obiettivo condiviso, per alimentare le forze e le intelligenze. Penseremo insieme alla nostra candidatura per il 2023, con la consapevolezza che Bergamo e Brescia hanno tutte le caratteristiche per diventare a Capitale Italiana della Cultura», ha dichiarato Del Bono.

«Io voglio ringraziare Del Bono e l’assessore alla cultura di Brescia, Laura Castelletti. Già in passato abbiamo collaborato e devo dire che questo brutto periodo ci ha avvicinato. L’idea è stata loro e noi l’abbiamo accolta subito. La cultura deve essere la leva di rinascita per le nostre città ma avrà una valenza simbolica per l’intero Paese», ha spiegato Gori.

Poco prima del lockdown, a Bergamo si era appena aperta una importante mostra dedicata a Simone Peterzano, considerato uno degli esponenti più influenti del tardo manierismo lombardo, maestro di Caravaggio e a sua volta allievo di Tiziano. A Brescia, invece, si stava lavorando a un programma per le celebrazioni della Vittoria Alata, una scultura in bronzo eseguita nel 250 a.C. circa da un maestro greco e conservata nel Museo di Santa Giulia. Poi, tutto si è fermato.

«Il panorama oggi è dissestato e le difficoltà coinvolgono sia le istituzioni che le piccole associazioni, che sono la forza del territorio. Dando il primato alla cultura, vogliamo coinvolgere tutti in un fronte comune, che faccia da volano anche agli altri settori, visto che non dimentichiamo la nostra natura manifatturiera», ha continuato Gori.

Per il momento, il dossier è ancora in fase di elaborazione, ci lavoreranno gli assessori alla cultura delle due città, Nadia Ghisalberti e Laura Castelletti, insieme a un team. Ma già si può contare su un partner di primo piano, quale UBI Banca, realtà che già in diverse occasioni ha supportato le iniziative culturali delle due città. Come annunciato da Dario Franceschini nel corso della videoconferenza di ieri, Parma manterrà il titolo di Capitale della Cultura anche nel 2021, mentre le candidature già arrivate per quell’anno varranno per il 2022. Nei primi mesi del 2021, invece, si aprirà il bando per il 2023, «l’anno ideale per riprendere il cammino. L’Italia ha bisogno di rilanciare le città di medie dimensioni Brescia e Bergamo saranno il centro della rinascita per un nord ferito e per tutto il Paese», ha concluso Del Bono.

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