Avete presente quelle estenuanti riunioni condominiali per stabilire, con decreto regio, in quale tonalità di rosa rinfrescare la facciata del palazzo? Bene, sappiate che da oggi la decisione potrebbe essere da storia dell’arte. Per rilanciare gli investimenti per il restauro e il recupero delle facciate di palazzi e condomini, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha introdotto, nella legge di bilancio, un nuovo beneficio fiscale, il cosiddetto Bonus Facciate. Una misura che promette di rinnovare il volto delle città italiane che, in effetti, soprattutto in alcuni quartieri di certe città, inizia a mostrare i segni di cedimento, dovuti non solo alla veneranda età dei nostri centri urbani – decisamente poco aggiornati ai criteri di sostenibilità, tra le altre cose – ma anche a una certa lassezza estetica nella manutenzione, il cui riflesso si avverte anche nella sicurezza, considerando i frequenti incidenti per caduta di cornicioni.
La questione del decoro urbano fa parte dell’agenda di governo, «In questa legge di bilancio metteremo un miliardo di euro per il piano casa, di cui quasi 250 milioni saranno per la Sicilia», aveva detto pochi giorni fa Giancarlo Cancelleri, viceministro alle infrastrutture, in occasione della presentazione a Palermo del primo step di Milleperiferie, progetto diffuso tra circa 445 Comuni italiani, che prevede lo stanziamento di 2 miliardi di euro per interventi di riqualificazione delle periferie. «Dobbiamo aggredire le brutture delle nostre periferie per ridare dignità a chi vive i territori lontano dalle parti più belle dei nostri centri», ha continuato Cancelleri, dal quartiere palermitano di Borgo Nuovo.
Nella Manovra 2020 è inoltre previsto un articolato Piano Casa, del valore di un miliardo di euro, per il quale verranno prorogate anche le detrazioni per la riqualificazione energetica, per gli impianti di micro-cogenerazione e per le ristrutturazioni edilizie, oltre a quelle per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata, a seguito di ristrutturazione della propria abitazione. In questo ambito, il Bonus Facciate sarà dedicato non solo agli edifici condominiali ma anche alle villette o alle abitazioni monofamiliari o bifamiliari. E, come spesso capita, l’estetica e l’economia vanno di pari passo, considerando il valore di un immobile perfettamente ristrutturato.
«Nella legge di bilancio, una norma coraggiosa che renderà più belle le città italiane. Con il Bonus Facciate un credito fiscale del 90% per chi rifà nel 2020 la facciata di casa o del condominio, in centro storico o in periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni», ha spiegato su Twitter il ministro Franceschini.
La proposta trae ispirazione da una famosa legge francese, la loi Malraux n. 62-903 del 4 agosto 1962 che, in un periodo di grandi trasformazioni sociali e quindi anche urbane, contribuì a cambiare l’immagine di molte città della Francia. La norma Franceschini introduce nel nostro ordinamento, solo per il 2020, un credito di imposta del 90% per le spese sostenute per il restauro e il recupero delle facciate degli edifici. Il Bonus Facciate mira a concentrare nel prossimo anno gli investimenti per il rifacimento delle facciate di palazzi e edifici storici e moderni e dovrebbe rilanciare la cura degli stabili, la riqualificazione del patrimonio edilizio e il risparmio energetico, con ricadute anche sull’occupazione nel settore edilizio, sul decoro urbano e sulle entrate fiscali.
L’idea di Franceschini sul Bonus Facciate è buona, rimane da capire quanto ci metterà l’amministratore a mettere d’accordo tutti i condomini.
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