Il Codacons ha chiesto al Governo di confiscare tutte le opere d’arte di proprietà della Russia, prestate ai musei italiani, similmente, quindi, a quanto fatto con ville, yacht e altri beni riconducibili a privati, anche se, in questo caso, si tratta di opere provenienti da collezioni pubbliche. Nei giorni scorsi, in Italia sono stati già posti sotto sequestro diversi beni appartenenti a oligarchi russi inseriti nella black list stilata dall’Unione Europea, come sanzione per la guerra in Ucraina. Tra questi, anche il super yacht riconducibile all’oligarca russo Andrey Igorevich Melnichenko, il cui valore dovrebbe ammontare a 530 milioni di euro. In totale, il valore dei beni sequestrati aggirerebbe intorno al miliardi di euro.
«Il Palazzo Reale di Milano, le Gallerie d’Italia, la Fondazione Fendi e il Palazzo Roverella di Rovigo, sono musei che nei giorni scorsi hanno organizzato mostre esponendo al pubblico opere provenienti dalla Russia. Beni di immenso valore culturale ed economico che devono ora essere sottoposti a confisca, così come prevede la legge vigente», ha spiegato il Coordinamento delle associazioni dei consumatori, citando proprio quei musei ai quali, qualche settimana fa, era arrivata la richiesta formale della Russia di restituire le opere in prestito, poi ritrattata.
Nella sua richiesta, infatti, il Codacons cita il Decreto legislativo 22 giugno 2007, numero 109, già applicato per i beni sequestrati e che detta le misure per «Prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l’attività dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale», si legge nel testo del Decreto, che prevede il «Congelamento» di fondi e risorse economiche, cioè «Il divieto, in virtù dei regolamenti comunitari e della normativa nazionale, di trasferimento, disposizione o, al fine di ottenere in qualsiasi modo fondi, beni o servizi, utilizzo delle risorse economiche, compresi, a titolo meramente esemplificativo, la vendita, la locazione, l’affitto o la costituzione di diritti reali di garanzia». Nel testo, però, non sono citati espressamente beni come le opere d’arte che, inoltre, fanno parte di collezioni pubbliche e, dunque, seguono iter diversi rispetto a beni privati, come yacht e ville. Per il momento, il Codacons ha avanzato la sua richiesta, ora la palla passa allo Stato, che dovrà capire se esistono le possibilità di applicare il decreto.
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