Durante la sua visita in Ucraina, questa settimana, la direttrice generale dell’UNESCO Audrey Azoulay ha annunciato lo stanziamento di più di 10 milioni di dollari per supportare la ricostruzione del patrimonio artistico danneggiato dalla guerra. Accompagnata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Azoulay è stata a Kiev, Černihiv e Odessa e ha sottolineato il massimo impegno dell’Organizzazione alla popolazione, in particolare per il settore culturale del Paese.
In un nuovo rapporto dell’UNESCO, tuttavia, è stata fissata una cifra molto più alta per riabilitare adeguatamente la cultura e il patrimonio dell’Ucraina. Nel piano di ripresa, l’UNESCO ha previsto un costo di 2,3 miliardi di dollari per i bisogni a breve termine, da spendere dal 2023 al 2026, con altri 4,6 miliardi di dollari per le necessità a medio e lungo termine, dal 2027 al 2033, per un totale di 6,9 miliardi di dollari.
«La fase iniziale dovrebbe includere la valutazione e la documentazione dei danni, le misure di emergenza per i beni immobili e mobili culturali, compresa la rimozione dei detriti, e poi misure di stabilizzazione e conservazione per i beni culturali, gestione dello stoccaggio, piani di preparazione e conservazione immediata per prevenire ulteriori perdite e saccheggi», si legge nel documento. «Questo piano dovrebbe includere l’allineamento con gli standard internazionali, una maggiore protezione legale e governance, lo sviluppo di protocolli e linee guida per la protezione e il recupero del patrimonio culturale e un’architettura digitale completa per documentare e gestire i beni culturali».
Tra le iniziative finanziate, ha spiegato Azoulay, c’è già in programma la formazione di architetti, conservatori e urbanisti, per la ricostruzione in loco. Nel frattempo, nella città settentrionale di Černihiv, «L’Unesco svilupperà quest’anno, con le autorità locali, un progetto completo di ristrutturazione del centro storico, iscritto nella lista provvisoria del Patrimonio Mondiale dell’Umanità». L’UNESCO ha stilato un elenco, continuamente aggiornato, dei siti culturali danneggiati dalla Russia dall’inizio dell’invasione, nel febbraio 2022.
All’inizio del 2023, l’UNESCO ha aggiunto anche il centro storico della città portuale di Odessa, sul Mar Nero, alla sua lista di siti del Patrimonio mondiale a rischio, offrendo così non solo la possibilità di ricevere ulteriori aiuti internazionali ma anche paventando il rischio di sanzioni per la sua distruzione. La città portuale, contesa dalla Russia, è rinomata per la sua storia cosmopolita e per i suoi gioielli architettonici, tra cui il Teatro dell’Opera e la lunga scalinata del porto, immortalata nel capolavoro del 1925 di Sergej Ėjzenštejn, “La corazzata Potëmkin”. Lo scorso luglio, un attacco aereo ha provocato la distruzione di una parte del Museo di Arte Moderna e del Museo di Belle Arti. L’UNESCO ha finanziato il restauro di entrambi i musei e un programma di digitalizzazione delle opere d’arte.
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