Quale argomento è più usurato, negli ultimi anni, della comunicazione. Esperti e meno esperti ne parlano, discutono: convegni, incontri, vere proprie scuole, libri, trasmissioni televisive. Vecchie e nuove teorie, ognuno dice la propria, ma una conclusione, se può esistere, sembra ancora lontana.
La situazione si complica quando ciò che deve essere comunicato riguarda il mondo artistico. A chi interessa l’arte? Come deve essere tratta per non essere resa commerciale? O banalizzata? Come preservarla dalla corrosione della riproducibilità e del progresso tecnologico?
Venerdì 26 gennaio, all’interno di Arte fiera, un gruppo di persone, la cui vita è in qualche modo connessa con questo mondo, si sono riunite per dire la loro sull’argomento. La tavola rotonda aveva proprio come titolo “comunicare l’arte conteporanea”. Il pubblico era folto, attento e desideroso di una rivelazione. Sulla “cattedra”: Alberto Fiz (Critico d’arte); Marco Meneguzzo (Critico d’arte, e docente all’Accademia di Brera); Sandro Chia (Artista); Alessandra Mammì (Giornalista, l’Espresso); Gregorio Paolini (Autore televisivo); Laura Mattioli (Storico dell’arte e collezionista); Paolo Vagheggi (Giornalista, direttore Kwart); Michela Moro (Giornalista, Rai Sat).
I diversi media, carta stampata, Internet o televisione, sembrano temere il tema d’arte. In fondo a chi interessa?! Quel cinque per cento degli italiani si può accontentare di una trasmissione alle 5.00 del mattino o di un giornale molto costoso. E’ troppo rischioso investire in questo campo, il pubblico è ristretto, i costi sono alti e il flop è praticamente assicurato. Eppure le persone riunite nella sala Allemanda, io compresa, sembrano dimostrare l’esatto contrario: serve una comunicazione d’arte e praticamente manca. Forse tutti noi facciamo parte di quel cinque percento e, dato che la maggiornaza vince, ciò che pensiamo non conta molto. Qualcuno dal pubblico obietta polemicamente “ il problema non è che il pubblico è ristretto, ma che i media propongono contenuti scadenti e banali riguardo all’arte”. Forse il problema è veramente quello, ma d’altra parte un’altra voce si alza “i media ci danno solo contenuti scadenti e banali riguardo all’arte, ci vorrebbe un servizio informativo di più alto livello rivolto condotto da veri esperti (e magari solo per esperti”. La tavola si difende con il gioco dello “scarica barile”: la colpa è degli artisti, troppo schivi, presuntuosi; la colpa è dei critici, anzi diciamo che non esiste una critica d’arte in Italia; e poi chi manca? Ecco, la colpa, in realtà, è dei galleristi. Chi ancora? La conclusione è chiara: la colpa è di tutto il mondo dell’arte, pubblico compreso.
A questo punto direi che la soluzione è meno chiara, e ancor meno chiaro è il problema di cui bisogna cercare la soluzione. Come interessare il pubblico? Come migliorare la qualità? Come allontanare i pericoli e inconvenienti del mondo denaro?
Sicuramente io non sono in grado di rispondere a queste domande, ma vorrei tentare di dare il mio piccolo contributo costruttivo che, insieme a quello di voi amanti dell’arte quanto me, può forse diventare primo principio infinitesimo di una soluzione. Cerchiamo di accontentarci un po’ di più e un po’ tutti. Artisti un po’ più disponibili, carte un po’ più scadenti e così riviste un po’ meno costose, clima un po’ meno elitario, ma ugualmente di qualità. Insomma, questi sono solo microscopici spunti che non hanno nessuna pretesa di esaustività e di autorevolezza, ma affermano chiaramente una volontà: “salviamo il mondo dell’arte e salviamo comunicandolo e non distruggendolo con vuote polemiche”.
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purtroppo non sono potuta andare, mi e'stato detto che l'unica cosa interessante da vedere era una gallina.chi mi da conferma?
Gentilissima Marta,
sono proprio daccordo con te!!! E se la colpa è un po di tutti siamo proprio 'tutti' a dovercene tirare fuori. Soprattutto SI! all'idea della carta meno cara per le riviste di settore e all'atteggiamente meno elitario da parte di molti.
Ma secondo me bisogna partire da un punto per sollevare.....l'arte dalla crisi, perche non è una crisi di artisti o mezzi ma effettivamente una difficoltà di.... comunicazione!!
Se non sappiamo CHI SIAMO e qual'è l'identità forte che emerge dal ricco humus di cui facciamo parte come facciamo a dare ' UN' IDEA di noi??? Solo mediante una schedatura dell'arte italiana attiva si può partire per
riconvertire una tendenza!! Scrivimi!!!
Ad essere sincero mi è piaciuta molto Arte Fiera. Ho notato un ritorno alla pittura, alle opere ben curate e soprattutto comprensibili!
Era ora che chi non apprezza alcune cose non venisse più additato come ignorante e retrogado.
Se un'artista si fa capire, viena apprezzato da più persone e quindi amplia il suo mercato... chi ha orecchie per sentire....
Vi invitiamo ad arricchire il forum con i vostri interventi oltre che commentare gli articoli!!!!!
Mi è piaciuta Arte. La Fiera un po' meno. Voglio dire che i quadri le opere e Company sono stati una scoperta per me (Pignatelli, De Pisis, Magritte; Hermann Albert). I galleristi una coperta. Ciao a tutti. Lita
Cara Silvia, ero anch'io nella moltitudine della conferenza di Bologna, e da appassionata d'arte e di internet posso dirti che sono stata molto contenta quando Vagheggi ha affermato che il futuro dell'arte è in rete!!
Carrissimi e Carissime,
mi state dicendo che KatawebArt è stata invitata in un convegno dedicato alla comunicazione dell'arte in Internet?
Ma vi sembra un sito dove si possa comunicare? Il fatto che io possa scrivere liberamente un commento - bello o brutto - sotto questo articolo la dice lunga su quale sia il sito che si occupa perdavvero di far comunicazione nel mondo dell'arte...
Il futuro dell´Arte è l´Arte. I pensieri, gioco non gioco "verità-falsità", capire vuol dire essenzialmente aprire la propria visione anche nel quotidiano, l` ottusità certo non aiuta a leggere il vivo, l´anima delle opere, da dove nascono o si perdono gli impulsi compositivi.