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fino al 6.I.2003 | Generazioni/2 – Chiesi/Guatta/Pasquali | Modena, Palazzo Santa Margherita

di - 22 Novembre 2002

Attraverso le antiche fascinazioni della pittura ad olio, del pastello e della ceroplastica settecentesca, il primo minimo comune denominatore dei tre lavori presentati si rivela essere la calda lentezza, la sensibilità per il ductus pittorico e l’espressività dell’intervento manuale.
Ma se la tecnica anticheggiante accomuna i tre interventi nella progressiva astrazione visionaria del presente reale, la volontĂ  narrativa d’ogni artista si proclama nella propria peculiare singolaritĂ  e nella ferma affermazione di uno stile personalissimo. Andrea Chiesi, fautore e teorico di un neoclassicismo industriale di raro purismo apollineo, rallenta l’attimo dello scatto fotografico riproducendolo su grandi tele ad olio, nelle quali, le metallurgie delle vecchie fabbriche del secolo scorso, sono trasfigurate per diventare siderali e onirici luoghi mentali. Perfetti contesti immaginari per le “delizie” musicali di EinstĂŒrzende Neubauten o Bauhaus, gli scheletri d’industrie dismesse e fantasmiche divengono architetture surreali in cui si palesa un’inspiegabile inversione percettiva nella quale l’en plein air diviene mucido e stantio come un luogo chiuso da anni e, all’inverso, il vuoto degli interni induce a soffrire d’agorafobia. A seguire, Giuliano Guatta , sensibile interprete d’astenici appunti e scarabocchi di vita vissuta, che propone delizie e nequizie, atrocitĂ  e squisitezze d’inquietanti tranche de vie in cui sono registrati gli inciampi e i piccoli eventi catastrofici della tranquilla quotidianitĂ . Una tela brucia, qualcuno stacca un rametto di rosmarino, qualcun altro si strappa i capelli litigando e una fanciulla con la sottana a righe presenta due sconosciuti. Simili a certe figurette apparse in passato sul New Yorker per mano di Chas Addams, questi personaggi configurano un micromondo d’attimi e ricordi volutamente e inevitabilmente omessi del loro contesto e particolare. In questo caso la tecnica Ăš l’olio su tavola e soprattutto l’infantile e smaliziato pastello su carta. Chiude la triade il lavoro di Beatrice Pasquali, che, eludendo la bidimensionalitĂ  del quadro appeso, invade la sala espositiva con un’istallazione ambientale. Maniacale modellatrice d’arti umani e testoline di bambini in ceroplastica, l’artista suggerisce una riflessione sul corpo e sulle didascaliche minuzie della sua scomposizione. Imparate le scienze e le arti dei maestri quattrocenteschi di Bruges, propone anche, in correlazione a tali manufatti, “tavole” di studio dal segno lieve e preciso, sottilmente ambigue, ma molto adatte per la didattica dimostrativa di un museo d’anatomia o del laboratorio segreto di Madame Tussaud.

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patrizia silingardi
mostra vista il 15 novembre 2002


Generazioni/2: Andrea Chiesi Giuliano Guatta Beatrice Pasquali
a cura di Walter Guadagnini
Modena, Sala Grande, Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103 (vicino all’Accademia Militare)
Periodo:12 novembre 2002 – 6 gennaio 2003, 8, 26 dicembre e 6 gennaio aperto, 25 dicembre e 1 gennaio aperto solo al pomeriggio
Orari: 10/13 – 15/18, lunedì chiuso
Ingresso: intero Euro 2, ridotto Euro 1, ogni giovedĂŹ ingresso gratuito, gratuito ai minori di 18 e ai maggiori di 60
Info: Galleria Civica, Tel. 059 206911 – 206940, Fax 059 206932, E-mail galcivmo@comune.modena.it


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