A Venezia l’arte contemporanea è di casa: girando tra le calli della Laguna in questi giorni, infatti, ci si può imbattere nella pubblicità di “Bones and All”, ultimo film di Luca Guadagnino, in gara alla 79ma Mostra Internazionale del Cinema. Nel poster si vede un’opera realizzata da Elizabeth Peyton, che ritrae un bacio appassionato tra Timothée Chalamet e Taylor Russell, i due protagonisti della pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Camille DeAngelis, pubblicato nel 2015 e vincitore del premio letterario Alex nel 2016.
Nata a Danbury, nel Connecticut, nel 1965, Peyton ha studiato alla School of Visual Arts di New York e tenne una delle sue prime mostre nel 1993, in una stanza del mitico Chelsea Hotel, precisamente la 828. Rappresentata dalla Gladstone Gallery, attualmente è una delle pittrici più riconosciute e apprezzate al mondo. Ha esposto, tra le altre sedi istituzionali e museali, al New Museum of Contemporary Art di New York, al Walker Art Center di Minneapolis, alla Whitechapel Gallery e alla Royal Academy di Londra.
Conosciuta anche in Italia, nel 2017, Villa Medici di Roma ha esposto le sue opere in dialogo con quelle di Camille Claudel, famosa scultrice francese della prima metà del ‘900, per mostrare due approcci alla ritrattistica diversi ma complementari. E non è la sua prima volta a Venezia. Il suo lavoro è stato incluso anche durante la Biennale d’Arte del 1995, alla mostra “Campo 95”, curata da Francesco Bonami alle Corderie dell’Arsenale.
Per il poster del film di Luca Guadagnino, Peyton ha presentato una rielaborazione di uno dei suoi temi preferiti: un ritratto di due giovani che si baciano. Attraverso pennellate velate e rapide, le fattezze di Chalamet e Russell diventano macchie astratte di colore ed energia soffusa e sensuale ma anche sospesa e inquietante. In linea con la storia narrata dal film e dal libro che, ambientata negli Stati Uniti di Ronald Reagan, segue le disturbanti vicende on the road di due giovani amanti, non risparmiando esperienze più che estreme, come il cannibalismo.
Non è la prima volta che Peyton crea un dipinto per un film di Guadagnino. Nel 2018 ritrasse Elio e Oliver, i personaggi interpretati da Chalamet e Armie Hammer in “Chiamami col tuo nome”, in un abbraccio appassionato. D’altra parte, anche il famoso regista ha un legame molto profondo con l’arte contemporanea. Forse anche troppo: nel 2018, la Ana Mendieta Estate citò in giudizio Amazon Studios presso la corte federale di Seattle, sostenendo che nel remake di Suspiria, girato nello stesso anno da Guadagnino, ci fossero troppi riferimenti alle opere dell’arista tragicamente scomparsa nel 1985.
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