Carlo Nason, Ph. Nicola Galli
L’esposizione Handle with care. Carlo Nason glass designer, aperta fino al 6 giugno presso la galleria Fragile di Milano, raccoglie un centinaio di lampade e oggetti del designer italiano Carlo Nason, noto soprattutto per le sue lampade in vetro di Murano. L’iniziativa si propone di raccontare, attraverso un centinaio di pezzi tra lampade e oggetti, l’opera straordinaria di Nason, che, nel panorama del design italiano del dopoguerra, ha occupato una posizione molto precisa grazie alla creazione di corpi luminosi – “il termine “lampade” appare, in questo caso, forse un po’ riduttivo – in vetro, grazie ai quali ha conquistato un apprezzamento a livello internazionale.
Nason, oggi novantenne, ha il vetro soffiato nei cromosomi, dal momento che discende da una delle più antiche famiglie di vetrai della Laguna. Sviluppa fin da giovane una profonda conoscenza delle tecniche vetrarie, accompagnata da una spiccata curiosità per il mondo del design, con uno sguardo speciale verso contesto scandinavo. Questo suo approccio cosmopolita e attento alla contemporaneità gli ha consentito di trasportare una tradizione millenaria, ancora agganciata a una sintassi classicheggiante, nel presente, in una fase storica densa di trasformazioni dell’abitare e del gusto.
Fin da subito assume un’attitudine orientata alla progettualità innovativa, bilanciando efficacemente la pulizia delle forme con la peculiarità delle lavorazioni e delle tecniche muranesi. Tra le prime esperienze negli anni ‘50, partecipa con la Vincenzo Nason & C., l’azienda di famiglia, alla mostra Glass 1959, A special exhibition of international contemporary glass tenutasi presso il The Corning Museum of Glass a New York, presentando un vaso e una ciotola, realizzati con la tecnica dell’incamiciatura e caratterizzati da forme allungate e colori a contrasto.
Tra le collaborazioni più celebri e longeve che seguirono, si ricordano quelle con Mazzega, per cui disegna, dalla fine degli anni Sessanta, alcune lampade oggi considerate iconiche e fortemente innovative, poiché sintetizzano il connubio tra il sapere manifatturiero di Murano e dei linguaggi assolutamente evoluti, inclini a un nuovo futurismo. Le bolle di vetro soffiato entrano nella generazione della Space Age. E Nason dimostra di saper interpretare tecniche esecutive in chiave rivoluzionaria, creando forme che riecheggiano, con estrema eleganza, l’immaginario cosmico e astronautico, che all’epoca trovava la massima concretizzazione in una miriade di prodotti in plastica.
In quel periodo, sul fronte propriamente costruttivo, egli inaugura la soluzione della degli strati di vetro sovrapposti, che diventerà un suo elemento distintivo anche in modelli successivi. Ed è sempre in quel periodo che Nason introduce anche la lavorazione del “vetro in piastra” usata per apparecchi illuminotecnici e oggettistica. Sono molti i modelli che esplorano l’applicazione di questa antichissima tecnica per raggiungere effetti materici inediti, grazie al connubio tra superfici rugose e irregolari con tonalità sfumate.
Ancora sul finire del decennio Sessanta, il maestro disegna, per la milanese Selenova, altri modelli di lampade dall’inequivocabile evocazione spaziale. Agli inizi del decennio successivo intraprende una collaborazione anche con l’azienda austriaca Kalmar, che lo ingaggia riconoscendo in lui quella cifra minimalista così lontana dall’espressività ridondante della tradizione muranese ma coerente con le aspettative e con la vocazione aziendale. E ancora, con ITre, Nason sceglie di utilizzare il vetro industriale, dando vita a due esemplari realizzati in vetro retinato. Altri modelli di lampade, accolti con successo sul mercato, sono disegnati per Murano Due, poi entrati nel catalogo Leucos.
Dal 1990 al 2010 avvia una collaborazione con la storica azienda de Majo, progettando diverse tipologie di lampade (da tavolo, sospensioni e da terra), oltre a una serie di vasi e di ciotole. Nel 1993 viene coinvolto nel restauro della Cripta di San Marco in vista delle celebrazioni Marciane: egli disegna i cesendelli e le plafoniere con figure appartenenti alla simbologia cristiana, poi installate al centro delle volte a crociera della cripta.
Il progetto espositivo Handle with care. Carlo Nason glass designer, curata da Rosa Chiesa e Alessandro Zannoni, ha offerto un’ampia ricognizione su un lavoro in perfetto equilibrio tra tradizione artigianale e modernità. Uomo pratico, dal carattere schivo, Carlo Nason non ha mai cercato la notorietà e la celebrazione personale anche a fronte di una significativa produzione di design. Lo dimostra il fatto che oggi le sue lampade di maggior successo – che sono sicuramente quelle della fase Mazzega – sono grandi protagoniste nel mercato collezionistico come vere e proprie icone del vintage e, per questo, presenti in gallerie, aste di design e nelle case più glamour.
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