L’artista Kader Attia è stato scelto come curatore della 12ma edizione della Biennale di Berlino, che si svolgerà nel 2022. Ad annunciare la nomina, il comitato di selezione internazionale, composto dall’artista Yael Bartana, da Beatrice von Bismarck, docente di storia dell’arte e cultura visiva alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Leipzig, Anita Dube, artista e curatrice indipendente, Krist Gruijthuijsen, direttore del KW Institute for Contemporary Art di Berlino, Sohrab Mohebbi, curatore, Gabi Ngcobo, artista, educatrice e curatrice indipendente, Gabriela Rangel, scrittrice e direttrice della Fundación Malba di Buenos Aires.
Fondata nel 1996 e apertamente ispirata alla Biennale di Venezia, la Biennale di Berlino è diventata uno dei più importanti appuntamenti internazionali per l’arte contemporanea, rispecchiando l’atteggiamento progressista e sperimentale che contraddistingue la scena culturale della città tedesca. Organizzata dal KW Institute for Contemporary Art, dal 2004 è sostenuta dalla Kulturstiftung des Bundes, la Fondazione culturale federale tedesca, che fornisce un rilevante supporto di fondi pubblici, a garanzia dell’autonomia della manifestazione. La prima edizione si svolse nel 1998, diretta da Klaus Biesenbach in collaborazione con Nancy Spector e Hans Ulrich Obrist e, da allora, alla sua guida si sono succeduti alcuni tra i nomi più influenti nel settore, tra i quali anche Maurizio Cattelan, Massimiliano Gioni e Ali Subotnick, curatori dell’edizione del 2006.
L’ultima edizione, a cura di María Berríos, Renata Cervetto, Lisette Lagnado e Agustín Pérez Rubio, avrebbe dovuto svolgersi in più tappe e tra diverse sedi, a partire da giugno 2020 ma, come tutte le grandi manifestazioni del settore, ha subito gli effetti della pandemia. In ogni caso, per la mostra conclusiva, intitolata “The Crack Begins Within”, da settembre a novembre 2020, sono state presentate più di 260 opere di oltre 70 artisti e collettivi, tra cui molte nuove produzioni.
L’edizione del 2022 ripartirà, prevedibilmente, dalla semantica del “rimedio”, un tema al quale Kader Attia ha dedicato la sua ricerca, dialetticamente tesa tra i due processi opposti di distruzione e riparazione, intesa come una modalità di resistenza culturale per le società, per riappropriarsi della propria storia e identità.
Nato nel 1970 a Dugny, cesciuto tra Parigi e l’Algeria, Kader Attia ha studiato filosofia e arte all’École Supérieure des Arts Appliqués Duperré e all’École nationale supérieure des Arts Décoratifs di Parigi. Ha trascorso diversi anni in Africa e Sud America e oggi vive e lavora tra Berlino e Parigi. Nel 2016, Kader Attia ha fondato La Colonie nel 10mo arrondissement di Parigi, uno spazio per lo scambio di idee incentrato sulla decolonizzazione, non solo delle persone ma anche della conoscenza, degli atteggiamenti e delle pratiche.
Come artista, Attia ha esposto, recentemente, alla 12ma Biennale di Shanghai, alla 12ma Biennale di Gwangju e a dOCUMENTA (13) a Kassel. In Italia l’abbiamo visto a Manifesta 12, a Palermo, e alla 57ma Biennale di Venezia. Le sue opere sono presentate in musei quali il MoMA di New York, la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou d Parigi. Nel 2016, Kader Attia ha ricevuto il Prix Marcel Duchamp e, nel 2017, il Premio Joan Miró.
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