Pop Corn #55: Le balene di Keisha Castle-Hughes

di - 2 Maggio 2021

Paikea è sopravvissuta a un parto gemellare in cui il fratellino e la madre sono morti, restando come unica erede del titolo di una dinastia della tribù maori chiamata Paikea, appunto, di cui il nonno prosegue le ricorrenze. Suo padre decide di lasciarla crescere lì e se ne va, trova un’altra compagna ma non ha intenzione di dare seguito a questa discendenza a cui Koro, il nonno, ha dedicato la vita. Koro non si rassegna al fatto che la nipote possa prendere questo scettro perché è una femmina ma, molto lentamente, lascerà il posto all’evidenza delle doti speciali e delle caratteristiche carismatiche di Paikea.

Il ruolo affascinante che il paesaggio, supportato da un’ottima fotografia, gioca in questo film è indiscusso: si può immaginare la Nuova Zelanda proprio in questo modo, con delle lunghe distese di natura che, in modo prorompente, occupano una porzione di suolo che nella nostra Europa è stata prevalentemente modificata dall’uomo. Qui cresce la piccola Paikea, a piedi nudi, nella natura, in un contesto di libertà assoluta e di contatto con il mare e il paesaggio. Questo excursus accurato all’interno di una comunità indigena restituisce un tipo di vita che, anche se si tornasse indietro di vent’anni per allinearsi alla data di uscita della pellicola, non sarebbe riconducibile a nessuna delle nostre abitudini.

Paikea è subito carismatica, ha fin da piccola delle caratteristiche che la rendono speciale, al punto che, durante le riprese, alcuni attori maori recitano dei canti e delle preghiere per scongiurare la malasorte, perché la protagonista del film spesso compie delle azioni che, nella loro cultura e nelle loro tradizioni, nessuna femmina può intraprendere, come lottare o andare in canoa. A tutto questo il nonno Koro si oppone, non ha intenzione di consegnare a una donna lo scettro di una tradizione che ha governato la sua intera vita.

Paikea inizia quindi a dimostrare di essere più brava dei suoi compagni maschi a cantare, di essere più veloce, di essere più scaltra, di essere più forte, di poterli combattere nella lotta, di saper inseguire il dente di balena nei fondali marini. Infine, Paikea è l’unica a riuscire a rianimare le balene spiaggiate agonizzanti, fino a cavalcarne una proprio come aveva fatto l’antenato capostipite della tribù dei capi. Il nonno, che per negare a se stesso i segnali dell’evidente tendenza della ragazza a essere una leader naturale le ha tolto persino la parola, è costretto a ricredersi e ad accettare questo importante cambiamento sociale e storico, tornando ad amare pubblicamente la giovane nipote e ad accettare la sua eredità naturale.

Il film è stato presentato in numerosi festival internazionali e ha vinto diversi premi in rassegne disseminate in tutto il mondo come il Sundance, Toronto e il Bafta per citarne solo alcuni. Keisha Castle-Hughes aveva 14 anni quando ha interpretato il ruolo di Paikea, che l’ha portata a essere candidata al premio Oscar come miglior attrice protagonista e che le ha aperto le porte a ruoli di maggior rilievo.

Keisha Castle-Hughes, Whale rider, 2001, regia di Niki Caro

Per tutti gli altri Pop Corn, la rubrica di exibart dedicata ai grandi personaggi femminili della storia del cinema, potete cliccare qui.

Articoli recenti

  • Progetti e iniziative

Tutti i nostri sbagli, l’installazione di Daniele Sigalot all’Aeroporto di Fiumicino

Daniele Sigalot presenta la sua opera incentrata sul concetto freudiano di errore all’Aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino: l’arte ancora…

29 Aprile 2024 10:05
  • Mostre

Martin Chramosta, la frequenza del ritorno: la mostra da Cassata Drone, Palermo

Gli spazi di Cassata Drone Expanded Archive, a Palermo, ospitano una mostra dell’artista elvetico boemo Martin Chramosta che è più…

29 Aprile 2024 9:11
  • Mostre

Robert Indiana a Venezia: Il Dolce Mistero dell’arte e dell’identità americana

Fino al 24 novembre le Procuratie Vecchie di Piazza San Marco accolgono la più importante esposizione di Robert Indiana ospitata…

29 Aprile 2024 0:02
  • Arte contemporanea

World Leader Pretend: Alex Da Corte in mostra da Gió Marconi

Alex Da Corte torna a Milano con una nuova irriverente rassegna di opere, tra dipinti, sculture e installazioni. È la…

28 Aprile 2024 21:19
  • Arte contemporanea

La quercia della memoria: l’omaggio di Casa Sponge all’artista scomparso Massimo Uberti

A quasi un mese dalla morte di Massimo Uberti, il fondatore di Casa Sponge Giovanni Gaggia lo omaggia con un…

28 Aprile 2024 20:36
  • Arte contemporanea

Qual è il potere reale dell’immaginazione? La risposta collettiva del MACTE di Termoli

Fino al primo giugno, Ersilia. Praticare l’altrove è il racconto corale al MACTE Termoli che reinterpreta la città tra folklore,…

28 Aprile 2024 19:09