A metà dell’800, mentre la fotografia muoveva i suoi primi passi, Nadar , uno dei padri del ritratto e grande appassionato d’aeronautica, “eleva la fotografia all’altezza dell’arte” (come scrisse, sotto una litografia che lo rappresentava, Honoré Daumier) realizzando le prime fotografie aeree a bordo di un aerostato. Da allora di tempo ne è passato e la fotografia aerea ha sempre mantenuto inalterato il suo fascino.
Diceva Feininger, autorevole fotografo di Life, che una delle caratteristiche che rendono interessante un’immagine è il soggetto “insolito”, cioè quella foto che lo propone come non comune o comunque ripreso da un punto di vista particolare.
Nella storia della fotografia la realizzazione d’immagini aeree ha sempre avuto un fine principalmente documentativo, e sono pochi gli esempi d’artisti (Giacomelli è uno di quelli) che vi si sono dedicati con fini esclusivamente artistici.
E’ sostanzialmente da quest’ultima considerazione che il Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona, da vita all’idea di far realizzare alcune vedute di Barcellona a diversi artisti che utilizzano la macchina fotografica come strumento espressivo.
Il fine è stato quello di riprendere la città dall’alto, lasciando la più ampia libertà di rappresentazione.
A suo modo è stata una piccola sfida e i risultati sono senza dubbio notevoli. Dai mossi di Jordi Calafell ai panorami “quasi” classici di Rivas, i puzzle di Foncuberta e i fori stenopeici di Escudero, ogni autore ha interpretato e dato una sua visione aggiungendo ad un soggetto, già di per se interessante, quella carica emozionale che fa di questa esperienza un lavoro unico.
La mostra si inserisce in una manifestazione (Barcellona a Roma che dura fino a febbraio 2002) che vuole ribadire il ruolo culturale di questa importante città europea con una serie di iniziative legate al cinema, arte, architettura, musica.
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Maurizio Chelucci
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