Lo scorso dicembre si celebravano i 40 anni dell’apertura del Plastic, uno dei locali più iconici di Milano (ne parlavamo con Sergio Tavelli, La Stryxia e Tea Hacic in questa intervista). FuturDome, ospitando le opere di Niccolò Quaresima insieme ad alcuni frammenti dell’archivio della discoteca, dà spazio all’importanza della Club Culture italiana, di cui ora più che mai si sente la mancanza.
Partiamo dalle opere di Niccolò Quaresima che, incorniciate dall’ambiente in costruzione di FuturDome, riempiono parte di questi spazi. Introducendo questa personale, l’artista racconta del ritrovamento di alcune diapositive negli scantinati del Plastic e di come sia riuscito a reinterpretare l’epoca d’oro del club attraverso questo progetto. Qui le diapositive prendono vita su tele di seta e acetati mentre, in fondo al corridoio dove sono allestite le opere, è esposta una delle valigette ritrovate in una teca di vetro. La fotografia di Quaresima, usata come linguaggio fluido, stupisce lo spettatore che si ritrova all’inizio spaesato ma che, nel giro di pochi secondi, ritrova le parvenze di vite passate sugli acetati.
Le muffe e i funghi sviluppatisi sulle diapositive sono infatti la ragione del deterioramento di questi reperti e lasciano ai posteri poche tracce del passato che hanno immortalato. La concezione dell’irrappresentabie smaschera ciò che rimane da vedere sul supporto neutrale.
Passando poi alla sezione dedicata all’archivio, sembra quasi di ritornare nelle sale del Plastic. La discoteca, infatti, è una parte molto importante dell’opera di Quaresima. In questa occasione, il Club viene onorato anche grazie al contributo di Nicola Guiducci, co-fondatore, deejay e art director che ha aperto il suo archivio. Al centro dell’archivio spicca la vera essenza del Club Plastic: la politica e l’estetica pionestica di questo vero e proprio centro della cultura della discoteca italiana. I ricordi e i reperti conservati accanto alle opere di Niccolò Quareisma rendono possibile l’apertura verso ciò che verrà.
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