Categorie: Fotografia

Other Identity #168, altre forme di identità culturali e pubbliche: Claus Jares

di - 20 Luglio 2025

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana intervistiamo Claus Jares.

RITRATTO_2018_digital_printed by the New Press for Dark Tears Book, released 2019

Other Identity: Claus Jares

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«La mia “rappresentazione” nell’arte è autentica, naturale, non ho modificato la mia immagine con Photoshop, ho rappresentato la realtà del momento, adattando la location, la modella, gli amici e il loro guardaroba, lavorando su una storia vera o fantastica che si innesca in tempo reale. Ho lavorato molto con le donne e francamente sono molto grata per la loro collaborazione e per il loro lavoro, la dedizione e l’energia che mettono in ogni cosa, trasformandosi, scoprendo in molti casi la loro “Venere” nascosta. In molte occasioni ho potuto ritrovare una componente sexy in tante donne che non veniva palesata prima, quasi un lavoro terapeutico, scoprendo la magia nelle immagini catturate.

Il pubblico non mi interessa, dato che sono stato molto amata e allo stesso tempo direi quasi odiata, il che mi ha portato molte delusioni. Non mi faccio più coinvolgere da un nome, dopo anni posso dirti che noto quando alle persone dietro i loro schermi piace il mio lavoro. Sono tanti i pregiudizi dove l’arte oggi viene frustrata da visioni errate, maltrattate, e allo stesso tempo si vedono tante discriminazioni aberranti».

ADA, 2018, DIGITAL NO PRINTED YET

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«La prima cosa che un artista dovrebbe fare è rispettare il suo modello/a e ciò che vuole ottenere dalla sua sessione di lavoro; se sto invitando una modella, un amico o una persona a guidarmi, ad aiutarmi nel processo creativo di realizzazione di uno scatto, a volte questa collaborazione diventa parte integrante del lavoro.

È come una terapia, credo che sia sempre stata così… l’arte contemporanea, è la stessa di sempre, si esprime in diverse discipline. Alla fine puoi raccontare come si è sentito l’artista, o come vuoi che tu senta, o scopri, trasgredisci. Molti artisti manipolano il pubblico con le loro opere d’arte. Io cerco di non farlo mai».

AMA DE CASA, SERIE_IM NOT MODEL, 2015, DIGITAL

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«È importante quando senti di avere qualcosa da dire agli altri. Qualunque cosa tu voglia esprimere. Ormai da anni tutti sono invitati a esprimere i propri sentimenti pubblicamente. Alcuni sono molto autentici e interessanti da vedere, altri no. Secondo me si crea un grande vuoto intellettuale. Ma in ogni caso dobbiamo comprendere e accettare tutte le espressioni perché esprimersi oggigiorno è molto difficile a causa delle alte aspettative che le persone hanno sulla propria rappresentazione e accettazione del sè. Quindi, come ho detto prima, non posso che dire grazie a tutti i soggetti che collaborano con me e sono se stessi senza filtri».

DREAMING LIKE A BRIDE, SERIE IM NOT A MODEL, 2022, DIGITAL

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Sono d’accordo, ma prima consiglierei una “terapia” per distaccarci dal passato. Alcune opere d’arte costose non hanno alcuna profondità, c’è solo un nome famoso dietro e il vuoto contenutistico e ti chiedi, cosa ci vedono i curatori? L’arte sarà sempre legata al passato, sarà sempre citazionista ma spero solo che non ci siano troppe aspettative di successo ma che si possa produrre con amore del proprio lavoro e distinguerci con originalità».

FIONA – DARK TEARS – 2017 – digital- printed by the New Press for Dark Tears Book, released 2019 – NY 555

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Sì assolutamente. Ma nelle cose di tutti i giorni, la vita, sono più interessata a ciò che voglio esprimere, nelle immagini. Puoi davvero capire quando non c’è nulla nelle diverse opere d’arte, perché siamo creature calde, con sensi, con un cuore e occhi che riflettono la nostra anima, non abbiamo bisogno che nessuno ci dica se gli piace o no, si sente subito. Naturalmente ci sono professionisti che possono dire e descrivere perfettamente se il pezzo è buono o meno, ma non è il mio campo. Inseguo il mio cuore».

FIONA, 2017, digital printed by the New Press for Dark Tears Book, released 2019

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«La mia è molto forte, essere me stessa nel mondo, perché “sento”, “dico”, non solo io, le mie modelle, i miei amici; stiamo facendo un lavoro, un lavoro per quelli che sono ancora sconosciuti, e vogliamo invitarli a condividere, ad essere felici, essere realizzati in questa società dove le persone discriminano fino alla morte. Dobbiamo evolvere, ispirare, invitare tante e tante persone a provare vere sensazioni quando vedi un’opera d’arte.

Sono così grata nella mia vita a molte delle persone che sono state davanti alla mia macchina fotografica, che mi hanno aiutato dietro la macchina da presa; le persone che hanno lavorato nel mio libro DARK TEARS e LAS MOIRAS, queste persone credono in me, hanno sentito qualcosa, e ancora ricevo feed nella mia vita quotidiana. Non ho parole, solo gratitudine».

JUANA`S FAN, 30x30cm, 35MM

Biografia

Nata nella piccola città di Baradero, provincia di Buenos Aires, l’infanzia di Claudia è passata in campagna e all’aria aperta. La sua famiglia si trasferì a Buenos Aires quando aveva 14 anni e solo pochi anni dopo, quando il Paese era sotto una dittatura militare, partì per Boston. È stato lì, immersa nella scena artistica della città dei primi anni ’80, che la sua vocazione di fotografa le è diventata chiara. Si è laureata al NESOP nel 1982 e ha iniziato subito a lavorare nell’editoria, in agenzie di modelle e come fotografa di set per video musicali e cortometraggi.

SERIE IM NOT A MODEL DREAMING LIKE A BRIDE 2022

La vita l’ha portata a Caracas, in Venezuela, dove ha continuato la sua carriera come fotografa freelance per agenzie e riviste, inoltre a partecipare a mostre collettive in città. Tornata a Buenos Aires (per sempre), non ha mai smesso di scattare. Ha studiato Antropologia e Teatro Classico, impegnandosi sia come performer che come fotografa. Il suo lavoro è stato esposto in gallerie private e pubbliche della città.

Continua la sua carriera esponendo virtualmente i suoi lavori più recenti. Compreso l’uscita Dark Tears Book, pubblicato negli Stati Uniti, a New York nel 2019. Questo libro è stato reso possibile in parte grazie a una sovvenzione della Arcus Fondation. I redattori della New Press, design di EWS, Emerson Wajdowicz Studios.

Con il suo lavoro rappresenta la comunità LGBTQ a livello internazionale.

THE TWINS – 35 MM -1994

Articoli recenti

  • Personaggi

Addio a Giovanni Campus, morto a 97 anni uno dei maestri della scultura contemporanea

È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…

5 Dicembre 2025 16:08
  • Fotografia

La rivoluzione delle polleras arriva a Sydney, nelle foto di Francesca Magnani

La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…

5 Dicembre 2025 13:30
  • Arte contemporanea

Il fine settimana di Art Days 2025: gli appuntamenti a Napoli e in Campania

Talk, inaugurazioni, musei aperti, gallerie in rete, nuove mostre e il Premio WineWise per una gita fuori porta: gli appuntamenti…

5 Dicembre 2025 12:30
  • Beni culturali

Milano riscopre il Tesoro di Sant’Ambrogio con un nuovo percorso museale

A Milano, dal 5 dicembre 2025, apre Ambrosius, il nuovo percorso museale della Basilica, che intreccia patrimonio storico, ricerca scientifica…

5 Dicembre 2025 11:30
  • Mercato

L’inverno caldo della Miami Art Week 2025: cosa non perdere

Dicembre a Miami significa Art Week e Art Week significa tempo di fiera: tra Art Basel Miami Beach, UNTITLED Art,…

5 Dicembre 2025 10:21
  • Arte contemporanea

Hauser & Wirth arriva a Palermo: la nuova sede nello storico Palazzo De Seta

La super galleria internazionale Hauser & Wirth apre la sua prima sede italiana sul fronte mare di Palermo: concordato l’acquisto…

5 Dicembre 2025 10:21