Categorie: Giro del mondo

Gnam Torino/1

di - 2 Novembre 2017
Sono la persona meno adatta a scrivere un articolo su locali, bar, ristoranti e life style in generale. Non sono esattamente un gourmand e vado a dormire prestissimo. Mangio quasi esclusivamente riso bollito e le sere le passo a leggere. Al massimo guardo un film. Quindi, se volete, questo articolo è un po’ un compendio di eccezioni rispetto alle mie abitudini. Diciamo che per scriverlo mi sono avvalso di un ottimo collaboratore. Diciamo pure che non l’ho proprio scritto io.
ISOLA, in San Salvario, è il locale che vi portereste su un’isola deserta se voleste che quell’isola fosse meno deserta: è uno studio di tatuaggi, un bookshop, un ristorante in cui si mangia benissimo (highlight: il rosti con il baccalà mantecato), i cocktail sono stupendi e hanno anche le birrette buone. La domenica mattina potete fare un ottimo brunch circondati da opere di Jonathan Monk, Francis Alÿs, Scott King e Yari Malaspina. C’è anche un selfie in polaroid di David Bowie. (Le opere ci sono anche negli altri giorni della settimana, non solo di domenica).
Dopo gli opening a Barriera e da Franco Noero solitamente si va o alla PIZZERIA CRISTINA in Corso Palermo, dove tra mille ritratti di Totò fanno una pizza con la burrata splendida, o alla GRANDE MURAGLIA di Corso Emilia, sotto ai portici della Casa Aurora di Aldo Rossi. Qui vi consiglio di ordinare la pasta fatta in casa. Non è sul menù. Per ordinarla, dovete alzare le mani e sfregare gli indici sui pollici, come per fare il gesto dei soldi. La signora che prende le ordinazioni capirà e vi lancerà uno sguardo d’intesa. Altro è lo sguardo, di stupore più che altro, che lancia invece alla mia ragazza quando le ordina le uova nere o “dei cent’anni”: uova di anatra stagionate nel fango che si ostina a mangiare solo lei ma che le valgono la simpatia dei proprietari. (Questo non l’ho scritto io e non vi consiglio di prendere quelle uova).
Ci sono anche altri ottimi ristoranti cinesi a Torino, come il PECHINO di Corso Vercelli, poco distante dalla Grande Muraglia, dove fanno delle splendide melanzane saltate che potete gustare osservando gli altri avventori, quasi esclusivamente cinesi, pasteggiare bevendo latte di soia, pardon, bevanda alla soia. Anche la lingua di manzo piccante del WANG JIAO è deliziosa. Si trova in zona Porta Susa – Piazza Statuto.
Se invece volete provare la vera cucina giapponese, andate al KOKOROYA, in Via Piave: Yukie vi preparerà degli splendidi onigiri (si pronuncia “onighiri”), i triangolini di riso che mangiano i personaggi di manga e anime, e, nei mesi più freddi, un ramen coi fiocchi, ma soprattutto col narutomaki, rondellina di pasta di pesce con una spirale rosa al centro, tipica del ramen Tokyo-style.
Matteo Mottin e Ramona Ponzini

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