Lâartista e giornalista turco-curda Zehra Dogan ha scritto e inviato una profonda lettera a Banksy, ringraziandolo per il murale che ha presentato a New York lo scorso marzo, per protestare contro il suo arresto.
Lâartista di strada di Bristol ha pubblicato la lettera, scritta a mano, sulla sua pagina instagram.
Dogan inizia descrivendo le condizioni in cui si trova, âin un sotterraneo che ha una storia di sanguinose torture, in una cittĂ con molti divieti, in un Paese negatoâ.
La missiva è illegale, spiega Dogan, perchĂŠ le è stato imposto un âdivieto di comunicazioneâ che le impedisce di fare telefonate o inviare lettere. âSto scrivendo e consegnando questa lettera in modo clandestinoâ, spiega.
Nel marzo 2017, Dogan è stato condannato a due anni e dieci mesi di prigione per aver pubblicato sui social media un dipinto sulle rovine fumanti della città curda di Nusaybin dopo la sua distruzione da parte delle forze di sicurezza turche.
Un anno dopo, Banksy, in collaborazione con il graffitista Borf, ha realizzato un murales sulla Houston-Bowery raffigurante una raccolta dei giorni che Dogan trascorrerĂ in prigione. Il pezzo include un ritratto della donna, mostrata intrappolata dietro le sbarre, una delle quali però è una matita. Per diverse notti, Banksy ha proiettato unâimmagine del dipinto originale di Dogan sopra il murale.
Nella sua lettera, Dogan racconta come i detenuti possono sentire âi suoni orribili di dozzine di aerei da combattimento che partono per bombardare le nostre belle terre, montagne e cittĂ â. Continua: âĂ molto difficile descrivere la sensazione di leggere che qualcuno che conosci viene ucciso quasi ogni giornoâ e il suicidio non è raro in carcere, dice Dogan. âIn giorni come questi, non si può sopportare di vivereâ.
La lettera di Dogan si conclude esprimendo la felicitĂ che lei e le sue compagne hanno sentito leggendo della protesta di Banksy sui giornali. âLontano da me e dalla nostra gente, è stata la migliore risposta al regime disonesto che non può nemmeno tollerare un dipintoâ, dice.
âCon il tuo sostegno, la mia pittura ha compiuto la sua missione di mostrare le atrocità ⌠Non potrò mai ringraziare te e Borf abbastanza. Non potevo immaginare che la mia arte sarebbe stata proiettata in una cittĂ come New York. Mi sento piĂš forte e ora dipingo la cittĂ iraniana-curda di Afrinâ.
Dogan, in carcere, non ha accesso a tele e pittura, e crea opere su carta rimanente con âcoloriâ che produce da cibo, bevande e dal suo stesso sangue, stando a quello che dice un portavoce di âFree Zehra Doganâ, un gruppo di attivisti che fa pressioni per la sua liberazione.