Anche il mondo dell’arte indiano è stato travolto dagli scandali per alcuni casi di molestie sessuali, sulla scia delle denunce del movimento #metoo. Tre i personaggi di spicco, pubblicamente denunciati su Instagram, dallo stesso account anonimo.
Riyas Komu, 47 anni, cofondatore e segretario della Biennale di Kochi-Muziris, la più importante manifestazione artistica del subcontinente, è stato provvisoriamente allontanato dal suo ruolo, fino a quando la questione non sarà chiarita. In un post pubblicato dall’account Scene and Herd (@herdsceneand), si racconta dettagliatamente un episodio di molestie, avvenuto nel 2015: «Komu iniziò a baciarmi e a toccarmi, mentre non riuscivo a elaborare quello che stava succedendo. Poi si fermò bruscamente, come aveva iniziato». Komu ha replicato di essere profondamente sconvolto da questa accusa ma ha aggiunto di volersi scusare per il suo comportamento. Dalla stessa pagina sono state mosse accuse anche a Jatin Das, artista di 76 anni con alle spalle partecipazioni a manifestazioni come la Biennale di Venezia e Documenta a Kassel. Il post descrive un episodio di avances fin troppo esplicite, ai danni di una donna che, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata una sua assistente. Das, però, ha respinto fermamente le accuse, bollandole come «volgari». E infine, problemi anche per Rahul Bhattacharya, organizzatore e fondatore del Kolkata International Performance Art Festival ed ex curatore della Biennale di Kochi-Muziris, accusato però di abuso psicologico e sfruttamento.
La quarta edizione della Biennale di Kochi-Muziris sarà curata dall’artista Anita Dube e aprirà il 12 dicembre 2018.