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affinche' finisca qui, la sua carriera, occorre ben altro. occorre che qualcuno si prenda l'onere di rendere questo atto del fotografo un motivo di riflessione per ciascuno.
occorre scriverne un breve esposto, argomentato e motivato, non solo sul piano artistico ma sociale, con il contributo di menti capaci di essere il piu' equilibrate e illuminanti possibili.
occorre inviare questo esposto, con esplicita (esplicita) richiesta di boicottaggio presente e futuro, a tutte le principali gallerie d'arte e di fotografia mondiali (non 20, ma 2000), sotto forma di lettera aperta con in copia conoscenza tutti i magazine che si occupano d'arte e fotografia.
e con in copia le associazioni umanitarie direttamente interessate in loco, e tradizionali mondiali.
in copia anche la politica, tutte le istituzioni locali, da entrambe le parti del confine, e UE, e governi nazionali interessati.
occorre che in copia conoscenza ci siano anche avvocati e giudici che si sono ocucpati di tema analoghi negli ultimi anni.
ed ogni altra idea e' da valutare.
google e' uno degli strumenti. l'altro e' il tempo.
tre persone, in una settimana di lavoro, possono fare tutto cio'.
fatto questo, il clamore sara' tale che la carriera del fotografo sicuramente terminera', e soprattutto verra' minato lo sdoganamento di queste oscenita'.
occorre, che in tutto questo, ci sia la esplicita presa di posizione degli scriventi, e la esplicita richiesta a tutti, gallerie, istituzioni locali, magistratura e quant'altro, di comportarsi di conseguenza. non sotto forma di auspicio, ma di netta e rigorosa richiesta di intervento / boicottaggio.
in mancanza di tutto cio', l'episodio domani sara' dimenticato. totalmente.