Come in
L’arte contemporanea. Da Cézanne alle ultime tendenze, autentica summa e testo basilare per affrontare
in primis gli studi di storia dell’arte, o come nel più recente
Prima e dopo il 2000, Barilli appronta qui il suo tipico metodo d’indagine, “
basato sulla fiducia nelle corrispondenze omologiche tra quanto avviene in ambito di cultura materiale, a livello di strumenti tecnologici, a loro volta ispirati dalle rivoluzioni scientifiche, e i riscontri che se ne hanno nei livelli ‘alti’ consegnati alle forme simboliche, come sono i linguaggi artistici”. Considera, quindi, come l’“
alba del contemporaneo” coincida con i “
primi vagiti dell’elettromagnetismo” e inizi proprio con
Antonio Canova che, nella perfezione stilistica con cui controlla le pulsioni dell’Es, compie un’operazione di prelievo degli antichi, per “
trasferirli pari pari in un’operazione di riciclaggio”, “
come anticipo del ready-made” introdotto da
Duchamp, “
maestro e precursore di operazioni analoghe poi tentate, ai nostri giorni, da Giulio Paolini e da Jeff Koons, magari passando anche attraverso la Metafisica di De Chirico”.
Dal Postimpressionismo al Simbolismo fino all’Espressionismo “
nostrano”, in cui emergono figure quali
Gaetano Previati, “
primo simbolista di casa nostra”,
Medardo Rosso o
Lorenzo Viani, “
espressionista d’alto bordo”, si ripercorrono in chiave critica ed essenziale la poetica e l’attività di gruppi e correnti, dai pittori delle stanze di museo irrorate da una luce elettrica da
lightbox, come
Giorgio de Chirico, alle esperienze degli anni ‘20 e ‘30, fino all’Astratto-concreto di impostazione venturiana e all’ultimo naturalismo di matrice arcangeliana, nei termini di un Informale che si caratterizza per le “
mille varianti ed ibridazioni” sul piano nazionale.
Prosegue con gli anni ‘60 segnati da una piena fiducia nei confronti della società industriale, fino all’azzeramento concettuale, in cui emerge la sperimentazione totale di
Manzoni che, sul versante di Duchamp, riapre le fila per artisti quali
Gino De Dominicis e
Maurizio Cattelan.
Nella mappatura delle proposte pop e figurativo-oggettuali, poveriste e comportamentiste del ’68, Barilli dedica spazio alla Biennale veneziana del 1972,
Opera e comportamento, in cui lo stesso autore ha agito in prima persona, fino a spiegare nei termini di McLuhan un Informale freddo, aptico e tecnologico, che si chiarifica in questi anni fino al paraminimalismo e al versante implosivo del citazionismo, con le ricerche degli Anacronisti, dei Transavanguardisti e dei Nuovi-Nuovi, di sua scoperta e coniazione, anticipati dagli “
apripista Ontani e Salvo”.
Il libro, corredato da una bibliografia che predilige opere monografiche o di trattazione autorevole e recente, secondo il criterio di un’economia di visione comunque sintetica ma calzante, aggiunge alcuni esempi di Neo pop, Neo-geo, Neominimalismo e Postconcettuale. Per confermare in ultimo, in una considerazione aperta, la rimaterializzazione delle tendenze odierne.
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un libro inutile
Forse l'articolo che presenta il libro è più interessante del libro stesso?
Chi scive prima di me l'ha definito inutile...
vuole spedere qualche parola che orienti chi invece si è incuriosito.
grazie
gentile fd (federico, federica...?) l'hai letto il libro o almeno sfogliato? Un elenco inutile di nomi con nessuna nuova idea, una dico io, ma il solito concetto che si porta dietro da almeno 35 anni e che ribadisce in ogni riepilogo della storia dell'arte. Se non è inutile per te questa pubblicazione...