Categorie: Libri ed editoria

Reading Room | Parole Urbane

di - 26 Marzo 2018
Stefano Raimondi è un poeta. Ci accoglie nella splendida casa Fornasetti, un luogo dove lo spazio non esiste, uno luogo privato che è ancora una casa, abitato da idee, oggetti e immagini con una caparbietà così insistente, che solo le parole salvate dalla poesia riescono a trattenere il nostro sguardo, la nostra attenzione. A modificarla, in quello che è l’ascolto di un verso.
La città parla, diventa, esprime, rappresenta.
Siamo noi la prima città e la prima memoria archeologica di essa e da questa mappatura deambuliamo quotidianamente verso il mondo, verso i mondi possibili come inimmaginabili.
La città ci costringe ad abitarla e da qui il suo potere diventa sentimento, diventa uno stato d’animo.
Così ci accoglie l’artista. Io sono qui per ascoltare i poeti che ha invitato e che nell’arco di quattro serate ci introdurranno alla città. Poeti ma anche architetti, scrittori, filosofi e storici. Dodici brevi performance. Momenti in cui le parole lasciano le labbra, la mente e le mani di chi le ha scritte per raccontarle a noi senza intermediari. Momenti distillati e preziosi, rarefatti dalla voce nell’ascolto, nel tempo senza tempo che gocciola in un verso e scompare. Si rimane orfani per un instante.
La magia, la meraviglia di un istante di attenzione.
La città costruisce narrazioni e noi siamo le sue storie, le sue vicende, le sue voci e come un corpo incontra l’altro, i nostri desideri diventano i contrafforti di un abitare insieme, le vie di una storia che ancora stiamo inventando, che ancora non abbiamo incontrato.
Uno dei piatti di Fornasetti
Si è appena concluso Parole Urbane 2018, alla sua seconda edizione, festival di poesia a cura di Stefano Raimondi, intitolato “ESSERE QUI COME DAPPERTUTTO. DENTRO/FUORI LA CITTÀ”.  Avete appena letto le parole con cui il poeta ce la descrive, che fanno parte di una prossima pubblicazione. Ospite di Fornasetti, Stefano ospita le parole di altri ospiti sulla città e i suoi interni e i suoi esterni. Piero Fornasetti ogni volta sembra intervenire, farsi presente nelle letture di Marta Comerio, attrice di scuola strehleriana, che ci legge sue argute citazioni.
Io quando arrivo
lo sanno già, mi aprono la porta a vetri del
balcone che dà proprio sulla circonvallazione.
Mi metto lì a sedere e ci sto delle ore.
Il movimento che c’è, la roba, il chiasso.
Io non mi muovo
tengo le mani sulla ringhiera
e guardo che passa il mondo.
Con parole in versi – questi vengono da La circonvallazione di Raffaello Baldini – Raimondi introduce ciascun incontro, parole scelte ad una ad una, vivide e precise per poeti del calibro di Ida Travi, che tra l’altro non legge ma narra le sue poesie in una trance magnetica, Marco Balzano che oltre ad essere poeta è scrittore e vincitore di numerosi premi letterari. Con loro Paolo Spinicci, filosofo straordinario che ci porta nella città ideale di Campanella.
Più avanti Fabio Pusterla, il magnifico autore di Una goccia di splendore, uno dei maggiori poeti contemporanei; Paola Loreto che presenta poesie dai suo tre libri pubblicati e Paolo di Stefano, scrittore importante e nota firma del Corriere ci parla del viaggio d’approdo del padre nella grande città.
Il terzo incontro vede ospiti Eva Cantarella che presenta la civitas romana come esempio di civiltà allargata rispetto alla polis greca, Valeria Manzi che ci ha stregato con l’energia di una fata leggendoci alcune pagine dal suo Posando gli occhi sui rami, poi Franco Buffoni scrittore, poeta e saggista che legge i suoi versi dal nuovo libro che tra poche settimane sarà pubblicato da Garzanti
Last but not least, l’ultimo incontro all’inizio di marzo scorso dove Gabriela Fantato, poetessa, critica e saggista, nonché vincitrice di numerosi premi, ci porta tra gli inediti della sua prossima raccolta. Accompagnata dalla lettura del poeta genovese Luciano Neri e, a chiudere, Gianni Biondillo che ci delizia con una passeggiata riflessiva tra le circonvallazioni milanesi.
Generoso, Raimondi ci saluta con le parole di un altro grande autore, Walter Benjamin: Ciò che altrimenti non era accessibile che a pochissime parole, a una privilegiata classe di parole, la città l’ha reso possibile a tutti o, almeno, a un gran numero di esse: essere elette nell’aristocrazia del nome. Questa rivoluzione della lingua è stata compiuta da ciò che vi è di più comune, la strada. – Attraverso i nomi delle strade la città diventa un cosmo linguistico.
Generoso, Barnaba Fornasetti per questa edizione di Parole Urbane ha coniato un altro dei suoi famosi piatti: un occhio – quello inconfondibile di Lina Cavalieri –  che ci cerca dall’occhio a cielo aperto del Pantheon.
Grazie! Ancora!
Marcella Vanzo

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