La velocità d’evoluzione dell’arte contemporanea rende difficile se non impossibile sistematizzare in maniera esaustiva il panorama del momento. Rendere questo debordante corpus sotto forma di libro diventa poi impresa tanto ardua quanto affascinante. Il fascino di un’avventura editoriale simile ha scaturito nell’ultima stagione tutta una serie di pubblicazioni tese a elencare – con criteri necessariamente personali e dunque inesaustivi – nomi, foto e testi critici sui ‘migliori’ artisti contemporanei. Se l’Italia, grazie alla fucina del Palazzo delle Papesse a Siena, ha partorito ‘Espresso’ (Electa) e gli Usa hanno sfornato il supertrendy ‘FreshCream’ (Phaidon), la casa editrice germanica Taschen ha dato alle stampe ‘Art at the turn of the Millenium’.
Il grosso volume a firma di Uta Grosenick e Burkhart Riernschneider vuole essere un’analisi sugli ultimi vent’anni di produzione figurativa prendendo in considerazione le opere di artisti ancora in piena evoluzione creativa. ‘Arte Oggi’ (Art Now) è la traduzione italiana della versione ridotta del libro (la versione integrale non è disponibile nella nostra lingua).
Il volumetto si presenta, anche a detta degli autori, come una guida agile e versatile, come catalogo di una immaginaria grande mostra d’arte contemporanea. Il carattere della selezione viaggia su binari paralleli: da una parte cerca in tutti i modi di essere obiettiva, di render conto in maniera inattaccabile del panorama artistico; dall’altra la personalità e i gusti degli autori – lo ammettono chiaramente nella prefazione – prendono il sopravvento. La formazione pan-germanica dei due critici sposta il punto di vista del mondo dell’arte – per una volta, evviva! – dagli Usa alla vecchia Europa: sono gli artisti della nuova scena berlinese e della Young British Art a spadroneggiare tra le dozzine di schede in rigoroso ordine alfabetico. Nutrita e abbondante è comunque la compagine nordamericana. Con le ossa rotte ne escono invece Italia e Francia, rispettivamente con due (Maurizio Cattelan e Vanessa Beecroft) e un artista. Se i cugini francesi si trovano effettivamente in una fase di stasi creativa, l’Italia sembra invece troppo penalizzata: che si sia considerata la latitanza di istituzioni pubbliche e private (= giro di danari) invece di approfondire il vero panorama del nostro paese?
La guida ‘Arte Oggi’ – nonostante un editing approssimativo ed una traduzione qualche volta zoppicante – si configura come utilissimo strumento editoriale per chiunque abbia interesse per l’arte.
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