La filosofia dei Beatles è un saggio scritto dal filosofo e musicista jazz Massimo Donà e pubblicato nel 2018 dalla casa editrice Mimesis Edizioni. I diversi capitoli (verità, unità – molteplicità, essere – divenire, essere e nulla) rendono chiaro il significato del contenuto dell’opera finale, ovvero un saggio filosofico alla scoperta dei contesti frequentati dai quattro artisti visionari. L’opera indaga le intuizioni avute dai Beatles, i quali vivevano in una Liverpool il cui scenario artistico e culturale appariva consumato e languido. La filosofia dei Beatles parla di personaggi geniali che hanno sovvertito e rivoluzionato il campo culturale degli anni ‘60, in Europa prima, nel mondo dopo. L’apparizione del gruppo sulla scena musicale ebbe lo stesso impatto travolgente che le Avanguardie e i nascenti movimenti sovversivi dei primi anni del Novecento (Cubismo, Dadaismo, Futurismo, Surrealismo, Fluxus) ebbero nel campo delle arti visive, così come nel mondo della musica colta ebbero i compositori Schoenberg, Stravinsky, Bartok e Satie.
Con lucida analisi il filosofo Massimo Donà dona al lettore una visione del contesto e della vita culturale di quegli anni, riuscendo a tessere parallelamente una visione più profonda, filosofica appunto, dell’atto creativo che si cela dietro la produzione musicale del gruppo. John Lennon, Ringo Starr, George Harrison e Paul McCartney hanno vinto grazie alla loro capacità immaginativa e al coraggio di frantumare ogni possibile schema imposto dal panorama culturale britannico. Ognuno di loro possedeva una sensibilità diversa, che sommata alle altre era tale da elevare la loro creatività a livelli quasi divini, ecco il perché del loro successo. Non si tratta quindi di abilità tecniche in campo musicale, si tratta di riuscire a superare barriere fisiche e mentali con la potenza dell’immaginazione e della musica. I quattro musicisti sono riusciti ad arrivare a tali vette di successo mondiale grazie al coraggio avuto nell’andare oltre il loro senso di inadeguatezza accompagnato alla loro capacità di incarnare “il cuore più profondo della natura umana”, sempre identica ma sempre assolutamente diversa da sé, capace di smentirsi continuamente.
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