Trine Lise Nedreaas, norvegese attualmente di stanza a Berlino, propone una serie di video che illustrano gli eccessi che l’uomo è disposto ad affrontare per la sete di fama e ammirazione. Ma anche per la pura e semplice sopravvivenza.
In Forget me not (2004) -opera acquistata dal MoMA – una mangiatrice di coltelli, un palestrato e un goloso che si “spazzola” in quaranta secondi una montagna di salsicce, si esibiscono per poter entrare nei Guinness dei Primati. Le immagini sono cupe, inquietanti. L’inquadratura ferma e spietata. La Nedreaas esprime la disperazione di questi primatisti, pronti ad umiliarsi, a ripetere all’infinito i loro numeri straordinari e imbattibili, a rischiare la propria vita per un attimo di fama, di notorietà, per l’illusione fugace di aver dimostrato di essere qualcuno che vale.
La meditazione sulla condizione umana ritorna nel nuovo lavoro, che dà il titolo alla mostra stessa UnderBelly (2006). Metafora della vita, la videoarte dell’artista è filmata interamente sott’acqua. Corpi solitari scalciano spasmodicamente per mantenersi a galla. Le musiche scelte sono crescenti, a tratti assordanti e angoscianti. L’atmosfera claustrofobica, la violenza e l’ossessione dei movimenti, il respiro affannato terrorizzano lo spettatore, facendolo cadere in un limbo di panico e incertezza. Come nella vita reale, che costringe a reagire con forza e determinazione istintiva per affrontare e superare le minacce soffocanti quotidiane, sempre in agguato.
I lavori della Nedreaas sottintendono allo stesso tempo una sofferenza ed un’incertezza di base che inquietano, ma anche un umorismo che lascia intravedere la luce della speranza: “Mi interessa la motivazione esistenziale della gente, la pulsione ad andare avanti e alzarsi dal letto ogni mattina. Ammiro gli entusiasti, la gente che ci riprova in continuazione, sbattendo spesso la testa contro il muro…”.
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www.nedreaas.org
elena pozzoli
mostra visitata il 6 aprile 2007
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