Categorie: milano

Fino al 16.IX.2012 | Josef Koudelka, Zingari | Milano, Spazio Forma

di - 12 Settembre 2012
Più li guardi più loro ti guardano. Sembra un gioco ma non lo è. Più si osserva più ci si approssima a cogliere dietro ogni ritratto un’umanità che d’un tratto trasuda quasi dalle cornici, un’umanità come quella che si ritrova in certi romanzi di Zola, popolati di personaggi di cui si avverte la crudezza, l’immediatezza, quella povertà stantia e fiera eppure così fragile e delicata che permea la folgorante brevità del loro esistere. La mostra Zingari di Josef Koudelka, in anteprima mondiale presso lo Spazio Forma di Milano fino al 16 settembre, è davvero un’occasione per entrare, irretiti e ammaliati, nell’affascinante mondo tzigano degli anni Sessanta attraverso gli occhi sgranati dei bambini – profondi come pozzi –, attraverso le vesti sdrucite rattoppate stratificate delle donne, attraverso i muri scalcinati appoggiati su una terra fangosa dove si gioca con niente.

L’obiettivo si fa largo tra pareti – decorate a elementi vegetali o astratti ripetuti come un ricamo – che racchiudono interni spogli dove il tempo scorre con quella lentezza che si assimila alla natura e si fa saggezza, dove si percepiscono gli odori acri ma così familiari, dove si sente aleggiare il suono di un violino, o quasi si ascolta una preghiera funebre. Questo universo, oggi rarefatto e lontano, sarebbe rimasto del tutto inaccessibile se Josef Koudelka, non avesse dedicato anni a fotografare le comunità zingare d’Europa (con particolare attenzione all’Est Europa), con quella sapienza e quella sensibilità capaci di restituire nei ritratti l’ombra delle ciglia, la filigrana delle rughe, lo stupore degli sguardi pieni e tondi, infine la ieraticità di alcuni personaggi. Sapienza che si fa maestria quando, ad esempio: il muro a mattoni forati, le piume variegate di un gallo appollaiato sulla mano del giovane ritratto, la maglia attillata a fantasia quasi optical di quest’ultimo, tutto concorre alla caratterizzazione del personaggio, ogni elemento secondario rimandando il principale; quando la strada polverosa non è mero sfondo ma diventa un tessuto prezioso sul quale stagliare figure spesso stolide e sornione, quando la malinconia della composizione si fonde con estrema naturalezza ad una teatralità esibita e quasi regale. Koudelka ci dona non solo un percorso fotografico di indiscusso valore ma soprattutto uno studio antropologico e sociale di autentica e rispettata umanità.

Francesca Coppola

dal 22 giugno al 16 settembre 2012

Josef Koudelka. Zingari

Fondazione FORMA per la Fotografia

Piazza Tito Lucrezio Caro 1 – 20136 Milano

Orari: tutti i giorni dalle 11 alle 21, Giovedì e Venerdì dalle 11 alle 23, lunedì e martedì chiuso

Info: +39 02 58118067 o 02 89075419, info@formafoto.it

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