Chi negli ultimi giorni ha visitato la galleria DeCardenas per vedere i recenti lavori di Alex Katz, oltre ad incontrare i consueti visi levigati e le intense campiture del grande pittore newyorkese, ha trovato anche altro. Nella project room, uno spazio adiacente alle sale della galleria, sono esposte cinque opere della giovane svizzera Christine Strueli (Berna, 1975).
Le tele di medie e grandi dimensioni accolgono il visitatore con un’improvvisa esplosione di segni e cromie. Eppure, quella che a prima vista sembrerebbe un’esperienza pittorica vicina al solo istinto e alla gestualità, ad una lettura più profonda, rivela un’intenzione e un progetto più meditato e cosciente. L’artista procede addizionando livelli di pittura e segni diversi, intensificando in tal modo la composizione e i richiami alla figura che, di tela in tela, si fanno più velati.
La visione che deriva da queste sovrapposizioni è tuttavia incredibilmente fresca, mai troppo carica. Persino quando gli accostamenti di colori e di forme sembrerebbero raggiungere la massa critica, Strueli riesce abilmente a conferire un moto, dinamico ma stabile, alle proprie composizioni.
Ed è proprio la libertà compositiva che colpisce nella pittura della giovane artista: svariate griglie e superfici si addensano creando situazioni improbabili e complesse, e l’immaginario evocato dalle tele rappresenta un’ennesima stratificazione di richiami e di citazioni. Forme e linee provenienti dal paesaggio urbano, stilemi barocchi, accenti punk, disco music e arabeschi che accennano alla cultura visiva islamica (probabile memoria del lungo soggiorno trascorso dell’artista al Cario). Così i molteplici rimandi diventano l’evocazione lisergica di una memoria visiva calendoscopica con cui l’artista sembra divertirsi seriamente. Come un gioco, calcolato e cosciente, tra astrattismo e figurazione.
Un’attitudine alla pittura molto vicina ad una certa scena britannica, alla ricerca di artisti come Fiona Rae, nelle cui opere apparentemente astratte il soggetto, in attesa, entra in risonanza.
riccardo conti
mostra visitata il 24 novembre 2005
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