La performance “informa l’ambiente” con le narrazioni stratificate di Nico Vascellari (Vittorio Veneto, Treviso, 1976) artista giovane e tortuoso, front-man del gruppo punk-noise With Love, illustratore e designer per due anni a Fabrica. In prima persona concepisce i costumi delle sue esibizioni, proprio come John Bock, con cui condivide un mondo caotico, sotterraneo e allucinato, insieme all’ispirazione al contempo rockettara e rustica. D’altro canto, i racconti tentacolari che istituiscono ambienti paralleli ricordano le raffinatezze di Matthew Barney.
Alla performance Cuckoo, Vascellari arriva incappucciato come una vestale, agghindato con ricami trentini su scarpe e copricapo e un giubbetto in tessuto sintetico vinaccia-elettrico. Intanto, in separata sede, (vedi cortile esterno) due improbabili falegnami scandiscono il ritmo a colpi d’ascia battendo sui tronchi che serviranno ad innalzargli un altare.
Assieme a Stephen O’Malley del gruppo Sun O))) e a John Wiese dei Bastard Noise, con cui di lì a poco si esibirà , circonda il palco dal quale partiranno le cupe invocazioni animistiche e le suoni vibranti dell’estemporanea band. Il rituale si consuma in una galleria gremita, mentre alcune comparse gettandosi in un corpo a corpo colpiscono violentemente l’assorto pubblico e si passano legni pinnacolari rivestiti di gesso perché possano scalfirsi e registrare la consunzione con lo svolgersi della serata. Il luogo è trasformato dall’artista in un’intricata foresta di un minimalismo visionario con travi puntute, bastoni ramificati e lampadine che ondeggiano frustate da un cappio roteante, quasi a raccontare una presenza altra.
A Viafarini i momenti dello show sono ripercorsi dalla scenografia, dal sonoro e da una serie fotografica che ricorda alternativamente il reportage di un concerto o di una grande festa popolare. La galleria, svuotata del pubblico, accoglie lo spettatore all’interno di un ambiente denso di memorie uditive dove l’incisione dell’atto performativo, di cui rimangono i trucioli sul pavimento e i legni usurati e abbandonati sotto l’altare, dà nuovamente forma all’ambiente. La cornice rosa scuro, che trattiene mazzi di fieno e scorre lungo le pareti simile a una passamaneria extra-large, è stata realizzata utilizzando quale mascherina un pizzo rubato in una chiesa cattolica. La profanazione evoca il sacro che si declina in panteismo e si fa raccontare attraverso i suoni reconditi del black metal. Stabilire un contatto con la natura è da sempre fondamentale per l’artista.
Vascellari è un tipo sui generis, uno che sa da dove viene ma forse non sa dove vuole arrivare. E trasforma il bisogno di pluralità espressiva in complessità linguistica. Strizza un occhio al trash, al glamour, alla cultura giovanile, all’underground inteso in ogni senso possibile e all’avanguardia performativa. Magmatico.
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molto rumore per nulla
quando penso a Vascellari nn so perchè mi viene in mente il polpettone... mi pare che abbia raccontato in modo diverso (forse alla jonathan Meese) le stesse tematiche della personale di Luigi Presicce da Colombo..
io direi nell'universo.
facciamolo santo subito
sicuramente la migliore mostra a milano da un anno a questa parte.
performance insignificante e sopravvalutata. chi ha deciso di farlo diventare un artista di punta, ormai sta perdendo i colpi... e le persone se ne stanno accorgendo.
tirate fuori qualcun'altro dal gruppo, voi che decidete le sorti dell'arte contemporanea, "il vascellari" annoia!
assolutamente insignificante, come perdere tempo senza venire rimborsati
per stabilire il contatto con la natura
si vanga la terra con la schena piegata e la testa sudata
e senza immagine moltiplicata
non a milano durante l'aperitivo
facciamo di tutto per accontentare tutti
a me pare piuttosto si faccia molto poco per accontentare sempre gli stessi, si scegliessero buoni almeno