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Fino al 28.X.2017 | Daniel Gonzales | Luoghi vari, Milano

di - 24 Ottobre 2017
Daniel Gonzales (1963) artista argentino insignito del premio Pollock –Kranser Foundation Grant New York, dallo spirito nomade, umanista pop-concettuale, dallo sguardo curioso e trasversale sul mondo e i nostri modi di comunicare, produce opere all’ insegna dello sconfinamento di tecniche e linguaggi; ogni sua creazione corrisponde a un’idea in relazione al luogo in cui si iscrive e alle persone che lo vivono. Il suo lavoro incarna una tipologia di arte sociale che genera processi inclusivi, intrecci, innesti e contaminazioni interdisciplinari. L’artista dalla vitalità contagiosa vive tra New York e Verona e, a Milano è di casa. A Lambrate dieci anni fa nel pieno della riqualificazione urbanistica e architettonica del quartiere dall’anima popolare e industriale in distretto dell’arte e design, qual ‘è riconosciuto oggi, si è presentato con l’installazione site specific Homeless Rochet with chandelieres: una imponente gru  (35 metri di altezza) trovata sul posto in un cantiere, illuminata con neon, trasformata in opera d’arte, icona, segno, simbolo totemico della  trasformazione del quartiere in atto. Nasce direttamente dall’osservazione, conoscenza di uno spazio pubblico e dal dialogo con i cittadini del quartiere, il secondo progetto “social” dal titolo evocativo Imaginary Country (dura oltre mesi) promosso dall’Associazione Made Lambrate con il patrocinio del Municipio 3 del Comune di Milano, sponsorizzato da Logotel, Marselleria Permanent Exhibition ed Exbazzi, comprendente  quattro “architetture effimere” diffuse  per le vie di Lambrate ideate da Gonzales con l’obiettivo di spiazzare, sorprendere i passanti e soprattutto invitarli a immaginare ciò che nel borgo manca: #Piazza (viale delle Rimembranze, trai numeri civici 7 e 16), #Montagna (via Conte Rosso 25, angolo via Ventura 2),  #Mare ( via Ventura, tra i numeri civici 4 e 5), #Stargate (via Oslavia, trai numeri civici 21 e 26). L’attitudine immaginativa si declina nei social network e si concretizza nella proposta di “pasacalles” argentini, un sistema tradizionale di comunicazione di fatti privati sulle strade pubbliche per esibire in pubblico fatti privati, ancora utilizzati in alcune periferie dall’umanità varia delle città in Argentina.
Daniel Gonzàles, Your Stories, vista della mostra
Aggiratevi per Lambrate e guardate in aria e noterete striscioni non pubblicitari scritti a mano che a seconda di dove vi troverete evocano nell’osservatore non distratto scenari soggettivi. Questo viaggio reale tra le vie di Lambrate e nel contempo surreale in luoghi che non ci sono attraverso le parole Piazza, Mare, Montagna e Stargate, vive nell’istante in cui fotografate e postate in rete o instagrammate lo striscione, condividendo nel segno #(hashtag) scenari immaginari. In questa “architettura semantica”  parola e immagine con il post # diventa l’elemento principale di una forma di comunicazione immediata capace di fare esistere ciò che non esiste dal vero nella condivisione collettiva in rete di una esperienza soggettiva vissuta. Nel hashtag c’è il messaggio direbbe qualcuno, e il segno diventa un post analogico che unisce realtà e finzione, opera e spettatori. Le architetture effimere di Gonzales, apparentemente giocose ma serie nelle intenzioni di provocare un’ immaginazione condivisa, s’inseriscono all’interno di un complesso dibattito tra architettura e contesto, pubblico e privato, aprendo una riflessione sull’uso dei social media, senza retorica o pregiudizi nell’epoca globale. Approfondiscono la riflessione su processi di comunicazione in rete  anche le opere specchianti  Your Stories  in mostra nella galleria Boccanera  T Gallery (via Ventura 6, fino al 28 ottobre): post dal vivo  stampati su materiale  riflettente ( Mylar),  che avrebbe affascinato Andy Warhol, simili agli schermi del cellulare in cui parole come #followme, #Luckyday. #epic, #istantgood, #girls, #xxx e altre lapidarie didascalie diventano l’elemento principale di una nuova sintassi,  nuovi oggetti di definizione del rapporto tra significato e significante, il reale e l’immaginario. Questi e altri giochi semantici, dall’appeal accattivante, con parole serigrafate su materiali traslucidi smuovono più complesse riflessioni e cortocircuiti di natura semiotica sul linguaggio con leggerezza, giocando perché attraverso l’arte nulla è come sembra., in cui il segno # ha una funzione e finzione di verità.
Jacqueline Ceresoli
Mostre visitate  il 19 settembre
Dal 19 settembre al 28 ottobre 2017
#Lambrate365 , #ImaginaryCountry, #DanielGonzales, #architetturaeffimera (durata oltre 3 mesi)
Boccanera T Gallery, via Ventura 6 Milano
Info: www.arteboccanera.com

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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