Italy A New Collective Landscape, allestimento Parasite 2.0
Italy: A New Collective Landscape rappresenta un contesto creativo italiano che sta cercando di ridefinire il significato stesso del design. Da qui nasce l’intenzione di 100 giovani designer under35 di immaginare nuovi strumenti, che vanno oltre il mondo industriale tradizionale e si trasformano in vere e proprie fabbriche di produzione, in cui il design diventa un potente mezzo di transizione ecologia, sociale e politica.
Un aspetto centrale della mostra è il venir meno della dimensione oggettuale a favore di quella progettuale: gli oggetti esposti sono pochi rispetto alla presentazione di progetti, intesi nella forma più autentica, derivante dalle radici latine “pro” (avanti) e “jacere” (gettare), gettare avanti. I progettisti lanciano il proprio sguardo al futuro e affermano a voce alta il bisogno di acquisire una maggiore responsabilità ambientale e di costruire una nuova visione di società, caratterizzata da un’impronta più attenta e gentile verso il mondo. Questo si traduce nel creare dinamiche in grado di trasformare la realtà, che possano avere un impatto positivo sulla vita e sulle relazioni sociali, sugli spazi urbani e non, e che aprano le porte a nuovi modi di vivere, abitare e relazionarsi. Ad esempio, The hyperburger manifesto (2023) di Francesca Tambussi illustrato da Paul Layzell, è la proposta di un supermercato glocale autogestito da cittadini consumatori, dove installare pratiche di resistenza agroalimentare, dal recupero dello scarto dei GAS, al riutilizzo del packaging, fino alla trasformazione dei cibi.
Il fatto che si auspichi un avvenire migliore è implicito anche nel titolo della mostra, un richiamo alla storica esposizione del 1972 al MoMA di New York, Italy: The New Domestic Landscape, curata da Emilio Ambasz, che portò il design italiano alla ribalta del mondo. La scelta di questo riferimento è un augurio che ancora una volta la progettualità dei giovani designer italiani possa ispirare il contesto del design internazionale e condurlo verso il cambiamento. L’allestimento della mostra, curato da Eugenio Cosentino, Luca Marullo e Stefano Colombo di Parasite 2.0, si presenta come una Wunderkammer estremamente moderna, un caos solo apparente, in cui convivono opere di diversa natura, oggetti dalle forme insolite, proiezioni video e pubblicazioni, colori mesmerizzanti e materiali indefiniti.
La mostra si apre concentrandosi sulla domesticità e sugli oggetti che la creano. Poi continua all’interno dei vari spazi esaminando diversi paradigmi: il design sistemico, il design relazionale e il design rigenerativo. Quest’ultimo ha un ruolo fondamentale in quanto si concentra sulla creazione di sistemi progettuali che vanno oltre la sostenibilità, cercando di rigenerare e ripristinare gli ecosistemi e di generare impatti positivi sulla salute ecologica, sociale ed economica. Tra questi, il progetto Syntropia (2021) di Eugenia Morpurgo e Sophia Guggenberger riguarda la realizzazione di una scarpa fabbricata con biomateriali ottenuti coltivando un campo, dove varie colture vengono impiegate per costruire ogni singolo elemento della scarpa, in contrapposizione alla coltura intensiva e monocolturale che invece hanno un forte impatto sull’ambiente.
Lo spazio è stato concepito per essere inclusivo e condiviso, con un’area che invita a sedersi, giocare, consultare libri, toccare, ascoltare e guardare. Tutto ciò contribuisce a creare un programma pubblico che accompagna la mostra, formato da workshop, letture e proiezioni.
When Attitudes Become Form (2022) è un gioco di carte che vuole facilitare l’ideazione di soluzioni future, laddove il futuro appare ancora invisibile. È possibile sedersi al tavolo e utilizzare il gioco e, come parte del public program, il lavoro viene attivato anche in sessioni partecipative organizzate.
La mostra è una testimonianza di una visione audace e innovativa che risveglia la nostra fiducia nel futuro. Attraverso la combinazione di elementi visivi e concetti freschi, le proposte ci invitano a credere che un cambiamento positivo sia realizzabile.
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