Categorie: Mostre

Dalle avanguardie storiche al contemporaneo: la mostra di apertura nella nuova sede di 21Gallery a Padova

di - 18 Maggio 2025

Si apre a Padova la nuova sede di 21Gallery – nata nel 2021 a Villorba, in provincia di Treviso, nel cuore del TAD (Treviso Arts District) – che qui comincia un nuovo capitolo della propria attività. «Padova è una città che non ha mai temuto il pensiero libero. È il luogo in cui insegnò e passò i suoi anni più proficui Galileo Galilei, che qui rivoluzionò la scienza sfidando dogmi secolari. Il suo spirito è sempre stato quello di chi osa, di chi sfida il già detto, di chi cerca oltre», spiega Elena Comin, direttrice e manager della galleria. La nascita della galleria porta dietro di sé una storia di coesione imprenditoriale: è infatti Alessandro Benetton, già nel 2021, a decidere di investire sulle idee del giovane imprenditore Davide Vanin e dare impulso a un nuovo punto di riferimento capace di portare l’arte a interagire con il territorio circostante. A questi, nel 2024 si aggiunge anche Ernesto Fürstenberg Fassio, entrando attraverso Banca Ifis nel capitale sociale del gruppo.

Veduta della mostra AUDACI, 21Gallery, Padova, 2025. Foto Giacomo Bianco

Situata nel centro storico di Padova, la nuova sede sorge al piano terra di Palazzo Colonne, edificio ottocentesco posto a fianco della tomba di Antenore, leggendario fondatore della città. Il riallestimento degli spazi è stato affidato al collettivo Fosbury Architecture, curatore del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2023. La loro impronta autoriale è particolarmente visibile nell’ultima sala occupata da una grande tenda-sipario, un dispositivo mobile in grado di oscurare tutte le finestre esistenti e guadagnare spazio in termini di superficie espositiva.

Al piano inferiore è dedicato uno spazio destinato ad amici e sostenitori della galleria: denominato 21Art Club, questo luogo fornisce servizi di advisory e mette a disposizione un salotto culturale per creare relazioni virtuose tra imprenditori e professionisti, collezionisti e appassionati.

Laika, Self Portrait against war, 2024, tecnica mista su tela, 100 x 70 cm © team1954

La domanda che serpeggia per il tutto il percorso della mostra collettiva Audaci. Dalle Avanguardie storiche agli artisti mascherati, curata da Cesare Biasini Selvaggi e in corso fino al 30 agosto 2025, è: «siamo ancora oggi capaci di essere audaci?». A questa domanda rispondono gli artisti del XX e XXI secolo, attraverso un percorso di circa trenta opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie. Si parte dalle avanguardie storiche, con una selezione di dipinti dal futurismo di Giacomo Balla (Forze di paesaggio + polvere, 1918), passando per il mondo immaginario di Yayoi Kusama (Polka Dots, 1990) e la pittura di Carla Accardi (Orli neri, 2000). Dalla pittura essenziale di Alex Katz (Turban, 1971) si giunge al linguaggio concettuale di Jan Vercruysse (Les Paroles XXII, 1998), all’ironia di Cindy Sherman (Untitled #166, 1987), al racconto fotografico di Catherine Opie (Miggi & Ilene, Los Angeles, California, 1995). Alcuni artisti contemporanei, come Laika, Manu Invisible e Andrea Villa rispondono indossando una maschera e dichiarandosi schierati contro il pensiero mainstream.

Gonzalo Borondo, Cristo gif, 2021, dieci lastre di plexiglass incise, sistema LED sequenziale e automatizzato, 216 x 124 x 35 cm © Gonzalo Borondo Foto: Roberto Conte

Tra le tecniche utilizzate dagli artisti in mostra appare anticonvenzionale quella di Gonzalo Borondo Cristo gif costituita da dieci lastre di plexiglass incise, sistema LED sequenziale e automatizzato. In quest’opera si sovrappongono più linguaggi appartenenti alla grafica d’arte, alle arti visive e alle nuove tecnologie. L’artista, mettendo insieme questi linguaggi, ha creato un’opera strutturata con più livelli di significato. L’arte, come sostiene il curatore, è per sua natura politica in quanto spazio relazionale. Può tuttavia diventare “artivismo” e portare nuove consapevolezze nel mondo.

Veduta della mostra AUDACI, 21Gallery, Padova, 2025. Foto Giacomo Bianco

La mostra intende ricostruire dagli inizi del Novecento fino ai giorni nostri un percorso nell’arte del pensiero libero, nella ricerca audace, nella guerriglia eversiva, non scevra di aloni di follia e visionarietà, attraverso espressioni disallineate, scomode, isolate, impopolari, derise, ostacolate, di artisti che hanno operato e operano fuori dal coro e che indicano un’altra via possibile al nostro stare al mondo.

Anche per questa ragione nel catalogo della mostra, edito da Silvana editoriale, troviamo una poesia scritta da Shilpa Gupta che ben racconta il ruolo della figura dell’artista: «I poeti, come gli scrittori e gli artisti, /sono sognatori che parlano / degli incubi del mondo»

Vetrina 21Gallery Padova, foto Giacomo Bianco

Gli artisti contemporanei come mai prima d’ora hanno una responsabilità e un ruolo cruciale nella società. Quelli in mostra, dai più avanguardisti e visionari a coloro che preferiscono operare indossando maschere per preservare la propria identità, conducono un lavoro costante verso l’apertura di nuovi canoni e la ricerca di nuovi orizzonti di libertà; tra questi compare anche Michelangelo Pistoletto, primo artista della storia ad essere candidato al Premio Nobel per la Pace 2025.

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