Categorie: Mostre

Il MAUTO di Torino omaggia Carlo Felice Trossi: il racconto di un pilota e di un’epoca

di - 25 Maggio 2025

Dopo la mostra dedicata ad Ayrton Senna lo scorso anno, il MAUTO di Torino torna a proporre una nuova esposizione che ha al centro la vita e le avventure di uno storico pilota automobilistico. Per il 2025 è la volta di Carlo Felice Trossi. La mostra s’intitola Carlo Felice Trossi. Eroe incompiuto e si propone di fornire un ritratto del leggendario e nobile pilota biellese, che fu tra l’altro anche presidente della Ferrari, attraverso un’ampia documentazione ricca di video, foto, documenti, disegni, progetti e cimeli d’epoca. In mostra sono presenti soprattutto una decina di veicoli originali, oltre a modelli di aerei e imbarcazioni.

Carlo Felice Trossi, MAUTO Torino

Tra le auto d’epoca esposte figurano soprattutto le storiche Alfa Romeo 8C 2300 Zagato, a bordo della quale Trossi vinse la sua prima gara Mille Miglia nel 1932, e la Monaco Trossi. Di quest’ultima è proposta anche una ricostruzione sonora del motore che la rese celebre, perché costruito sull’ispirazione di quello di un aeroplano.

La mostra è affidata alla curatela di Giordano Bruno Guerri e Francesco Foppiano, con la direzione artistica di Maurizio Cilli e la collaborazione di Ilaria Pani, Responsabile del Centro di Documentazione del museo, e di Davide Lorenzone, Responsabile del Centro di Conservazione e Restauro del MAUTO.

Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni, organizzate da Maurizio Cilli in modo da rispettare e seguire in maniera armonica la struttura architettonica e il design originale del museo, senza aggiunte e interventi di design che ne possano snaturare l’originale essenza ed eleganza. I titoli delle sezioni sono: Biografia, Competizioni, Aeronautica, Nautica e Design.

Credits Bin Jia

Il progetto, raccontano i curatori, nasce dal ritrovamento di un antico baule dove Caterina Sella, la madre di Trossi, ebbe cura di conservare ogni singolo dettaglio e cimelio della carriera del figlio, scomparso prematuramente all’età di soli quarantun anni.

Particolarmente interessante la sezione dedicata al materiale video e alle fotografie, quest’ultime scattate dallo stesso Trossi. Le immagini video appaiono proiettate da un originale Fiat 521 cinemobile del 1929. Si tratta di una sorta di camioncino dotato di apparecchiature particolari, con cui l’Istituto Luce, negli anni Venti e Trenta del ‘900, proiettava il cinematografo, come si diceva allora, nelle piazze di paesi e città d’Italia. L’installazione appare curiosa ed evocativa, e permette a visitatori e visitatrici di tuffarsi idealmente ancor più nell’atmosfera dell’epoca.

Un’altra curiosità sono i bozzetti da cui nacque un pregiato modello di Alfa Romeo degli anni Trenta in mostra, appartenuta e realizzata grazie al contributo dello stesso Trossi e caratterizzata dall’aspetto particolarmente aerodinamico. Si racconta (sarà vero?) che questi bozzetti abbiano ispirato nientemeno che il design dell’automobile del mitico Batman.

Credits Bin Jia

Tracciando il ritratto di Trossi emergono, così, diversi aspetti storici, culturali e di costume. Dalle suggestioni dell’allora nascente movimento futurista, alle emozioni dell’epoca delle prime automobili da corsa, con tutta la sperimentazione e l’inventiva che le riguardava, fino all’atmosfera di un mondo passato, pieno di entusiasmi e contraddizioni, ancora ignaro della guerra alle porte.

La mostra si pone, insomma, sulla scia di quella riflessione transdisciplinare intorno all’automobile e al suo mondo che, come afferma la direttrice del museo Lorenza Bravetta, permea tutta l’attività espositiva più recente del MAUTO, tra mostre temporanee, eventi e cura della collezione permanente. L’automobile diventa, così, non solo oggetto, anche prezioso, di una collezione storica, ma si fa soprattutto segno, significante che allude a un mondo e a un’epoca lunga almeno due secoli, in costante e profonda trasformazione. E questo è possibile anche grazie e attraverso le storie e le vicende dei personaggi che, come Carlo Felice Trossi, con il loro operare ne hanno scritto la storia e la leggenda.

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