Loris Cecchini
Due generazioni, due linguaggi, una tensione condivisa: quella verso la metamorfosi. È attorno a questo nucleo concettuale che si articola Sub Limine – Il potere della creazione, la mostra in programma dal 5 settembre all’11 ottobre 2025 presso la Luisa Catucci Gallery di Berlino: protagonisti Loris Cecchini e Andrea Mastrovito che, in questa occasione, riportano tracce eterogenee della loro ricerca, facendosi interpreti del rapporto tra immaginazione, trasformazione e nuove mitologie visive.
A cura di Nicoletta Castellaneta e Roberto Borghi, Sub Limine propone un confronto serrato tra due percorsi che, pur distanti nella forma e nella materia, si rispecchiano nella volontà di indagare i confini instabili della realtà. Tra la scultura modulare e biomorfica di Cecchini e la stratificazione grafica e cinematografica di Mastrovito, la mostra costituisce un territorio liminale, dove la percezione si disarticola per ricomporsi in nuove narrazioni.
Il titolo Sub Limine, “Al confine”, evoca infatti una soglia, un territorio interstiziale tra naturale e artificiale, tra vissuto e immaginato, organico e digitale, memoria storica e proiezione futura, ordine e inquietudine. Ed è proprio in questo ambito che si muovono le opere in mostra. Cecchini, con l’installazione The Developed Seed, riflette sul seme come potenziale, come forma in espansione che unisce natura e astrazione tecnologica. Le sue forme fluidificano la materia, esplorando lo spazio come ecosistema ibrido.
Mastrovito, invece, presenta il film NYsferatu – Symphony of a Century, proiettato la sera dell’opening al Kino am der Königstadt con sonorizzazione live a cura di Thee Balancer feat. Matjö. L’opera reinterpreta il capolavoro di Murnau alla luce delle paure contemporanee: il vampiro diventa metafora dell’alienazione, dell’esilio, della ciclicità del male. Un’animazione monumentale, disegnata interamente a mano, che fonde horror, memoria e critica sociale.
La mostra Sub Limine rappresenta un’occasione significativa per osservare, in un contesto internazionale, il lavoro di due artisti italiani tra i più rilevanti delle rispettive generazioni. Cecchini, classe 1969, ha esposto in istituzioni come il Palais de Tokyo di Parigi, il MoMA PS1 di New York e la Biennale di Venezia.
Mastrovito, nato nel 1978, vive tra Bergamo e New York. Autore di installazioni monumentali e film d’animazione, ha esposto al MAXXI, al Museo Novecento, al MUDAM, al Queens Museum, alla GAMeC. È il vincitore del concorso per la realizzazione dell’Agnus Dei, la scultura che completerà la torre principale della Sagrada Família di Barcellona.
Luogo di sperimentazione per eccellenza, la capitale tedesca accoglie questa doppia personale per un’esplorazione sul potere della creazione. Al di là del confronto generazionale o di un dialogo di stili, la mostra propone una riflessione più ampia sulla capacità dell’arte di creare nuovi mondi, di abitare lo spazio simbolico con strumenti e sensibilità che sfidano le logiche lineari.
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