Categorie: Mostre

Kiki Smith | Musée 11 Conti, Monnaie de Paris

di - 16 Dicembre 2019

Scoprire il corpo partendo dalle sue viscere, rappresentare la parte spirituale del mondo attraverso l’aspetto materico, descrivere l’universo animale includendo anche quello umano, spiegare la vastità macroscopica del cosmo a partire dal lato più microscopico.
Questo è l’approccio che Kiki Smith utilizza nella sua dimensione artistica, scomponendo e ricomponendo il mondo per ricreare un’armonia universale in cui corpo umano, figura femminile e simbiosi con la natura sono motivi ricorrenti.

La cosmogonia personale dell’artista prende forma attraverso un percorso fatto di sculture, installazioni, pitture e disegni che cospargono le sale dell’antico palazzo della Monnaie di Parigi, la zecca della città. L’esposizione è la prima grande retrospettiva dell’artista americana in un’istituzione francese ed è organizzata senza imporre una linea cronologica o tematica, ma piuttosto il senso totale della propria riflessione tellurica.

Le opere in mostra rivelano la capacità dell’artista di sfruttare diversi materiali: bronzo, gesso, vetro, porcellana, tessuto, carta e cera.
In Pyre Woman Kneeling (2002) il tema della donna si fonde con quello politico e religioso, mentre in arazzi come Sky (2012) si è immersi in una delicata armonia. Influenzata dalle tappezzerie del 1300 e dalle cosmogonie indoeuropee, l’artista ricrea figure di uccelli, astri, donne, mari, cervi… personaggi che offrono una sensazione di pace bucolica.

La mostra fa leva su espedienti espositivi che mettono in relazione le opere con l’ambiente: nelle sale è ricreato un gioco di riflessi grazie ai grandi specchi, mentre, sculture realizzate per essere disposte in uno spazio aperto come Sleeping, Wandering, Slumber, Looking About, Rest Upon (2009-2019), poggiano sul lucido pavimento delle stanze, riuscendo a catturare lo spettatore in modo inatteso.

Ciò che rende unica l’esposizione, visitabile fino al 9 Febbraio, è il fatto che tra le opere sono presenti anche delle monete che fanno parte della collezione del museo. Queste sono state selezionate dalla Smith insieme all’équipe scientifica della Monnaie in relazione alle tematiche trattate. Inoltre, Kiki ha coronato questa collaborazione realizzando nei laboratori della zecca tre “mini-médailles” ed una collana in edizione limitata.

Kiki Smith – Monnaie de Paris, vista della mostra

Il progetto coinvolge curatrici come Lucia Pesapane, Marie Chênel, e Camille Morineau, direttrice delle mostre, delle collezioni del museo e fondatrice dell’associazione AWARE (Archives of Women Artists, Reserch and Exhibitions) che presta particolare attenzione alle donne artiste del XX secolo.
Questa prospettiva femminile nella curatela dell’esposizione è la giusta firma per rimarcare il contributo che Kiki Smith ha destinato alle donne esplorandone il ruolo sociale, culturale e politico.

Se siete di passaggio a Parigi, perciò, potreste leggere tra le righe di queste opere la mitologia misteriosa dell’artista, apparentemente innocente, ma rivelatrice di ricerche profonde.

Chiara Bonanni

Dal 18 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020

Kiki Smith

Musée 11 Conti, Monnaie de Paris

11, Quai de Conti

75006-Parigi

Info: www.monnaiedeparis.fr

Laureata in storia dell’arte con specializzazione in ambito contemporaneo all’Università La Sapienza di Roma. Durante la sua formazione ha studiato presso l’Universidad de Sevilla e Université Paris Sorbonne IV. I suoi studi si sono concentrati sull’arte andalusa contemporanea, sull’arte contemporanea femminile e gender studies. Ha svolto ricerche nell’archivio parigino AWARE, Archives of Women Artists, Research and Exhibitions, un'associazione co-fondata nel 2014 e diretta dalla celebre curatrice Camille Morineau. Tra il 2014 e il 2016 ha scritto per The Walkman Magazine e dal 2019 collabora con Exibart. In questi anni si è occupata di progetti di curatela come assistente di galleria e ha partecipato al Workshop Narrare per immagini al MAXXI e al progetto I had a dream, organizzato nel 2018 dalla Moleskine Foundation, insieme al curatore Simon Njami presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.

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