Categorie: Mostre

La pioggia e il velo, Rita Ackermann e Cy Twombly in dialogo alla Fondazione Iris

di - 27 Luglio 2024

Cancellare, riscrivere e ricancellare: si tratta di un processo estenuante quanto necessario. In pochi sudati minuti passiamo dal chiederci se siamo veramente all’altezza (e la risposa è quasi sempre sì, anche se il dubbio rimane), all’arrabbiarci per il tempo sprecato. Il foglio word, così pallido e disponibile, a differenza della carta, non tiene traccia degli errori. Sarà anche per questo che lo prediligiamo? Questa è solo una delle tante riflessioni germogliate in occasione della mostra Manna Rain di Rita Ackermann, organizzata da Amanita presso la Fondazione Iris di Bassano in Teverina.

Fondazione Iris Photo: Giorgio Benni Courtesy of Amanita and Fondazione Iris

Come suggerito dal titolo, il soggetto dell’esposizione è proprio la pioggia; amica intima di scrittori e poeti, nel corso dei secoli ha rappresentato per i pittori una sfida affrontata raramente. Basti pensare a uno dei tòpoi più ricorrenti nel mondo dell’arte: la traduzione per immagini del Diluvio Universale. Dai miniaturisti a Michelangelo non vi è una singola goccia d’acqua che cade dal cielo, il concetto già chiaro sulla base di altri elementi. Usando come esempio il Diluvio di quest’ultimo, datato 1508-1510 e facente parte della serie di affreschi sul soffitto della Sistina, si può notare come la tradizione abbia relegato allo sfondo il compito di settare l’atmosfera, caricando gli orizzonti di nuvole attive nel loro intrecciarsi ma mai veramente bagnate.

Rita Ackermann, Mouchette in Hollywood, 2024. Manna Rain, Fondazione Iris Photo: Giorgio Benni Courtesy of Amanita and Fondazione Iris

Per avvicinarci alle piogge fitte di Ackermann è necessario aspettare l’ultima metà del XIX secolo, a partire da una delle cento famose vedute di Edo a opera di Utagawa Hiroshige. Acquazzone improvviso sul ponte Shin-Ōhashi ad Atake, stampa del 1857, ha aperto infatti la strada a una rappresentazione più realistica del fenomeno, delineando la pioggia tramite sottili righe nere su vaste campiture di colore.

Il fascino moderno di questa particolare prospettiva risulta evidente nella sua trasposizione di Van Gogh, datata 1887 e intitolata Ponte sotto la pioggia. Nonostante la ricostruzione olandese del fiume di Atake utilizzi l’olio su tela al posto delle tecniche di stampa, il risultato è pressoché identico: in entrambi i casi l’impressione della pioggia viene simulata con naturalezza, i filamenti sottili trattati alla stregua di un filtro.

Rita Ackermann, Manna Rain, 2024 Photo: Giorgio Benni Courtesy of Amanita and Fondazione Iris.

La peculiarità dei lavori di Ackermann è una pioggia che diventa finalmente soggetto, lasciandosi alle spalle una rappresentazione realistica del panorama di cui è ospite. Le linee rigide e spontaneamente caotiche degli acquazzoni sembrano mistificare ciò che accade al di là del primo piano, ponendosi come una barriera tra sfondo e spettatore.

Analizzando in particolare Manna Rain (2024), il dipinto da cui prende il nome la mostra, si può notare quanto le figure stilizzate che solitamente caratterizzano la poetica dell’artista siano più delicate, quasi eteree nel rapido succedersi del loro groviglio. Una nuvola scura è stata stesa sopra l’orizzonte; anch’essa, informe, è solcata dal percorso violento della pioggia, che sembra avere origine ancora più in alto. Non lo vediamo ma si può intuire: l’ha mandata il Dio ebraico della Manna, colto in flagrante nell’atto della divina consegna.

La reazione delle silohuettes, umane e non, assume contorni sfumati. Sia in cielo che in terra i pastelli si agitano, imprevedibili nelle loro reazioni, troppo impegnati forse a subire il temporale per notare la benedizione.

Rita Ackermann, Transparent Horizon Reigns, 2024. Manna Rain, Fondazione Iris Photo: Giorgio Benni Courtesy of Amanita and Fondazione Iris

L’astrazione delle forme è considerata dalla stessa artista un deliberato omaggio a Cy Twombly, ex proprietario della scenografica villa di Bassano ora sede della Fondazione Iris. Per l’occasione, Ackermann ha preso in prestito la sua attrezzatura, rapportandosi con gli oli e i pastelli da lui utilizzati per la creazione di alcuni capolavori della storia dell’arte.

In questo senso, una delle opere principali della mostra può essere considerata Ubiquitous (Outside of Time and Space), 2024, installata nello studio del pittore, una calibrata risposta alla seconda versione del celebre Treatise on the Veil, 1970, facente parte della serie delle lavagne.

Ubiquitous riprende le stesse esatte dimensioni di quest’ultimo, omaggiandone al contempo sia la tecnica pittorica sia la volatilità della narrazione. Come infatti Twombly ha analizzato il Velo senza cercare di oltrepassarlo, così Ackermann lo ricrea, cancellando la propria composizione per stupire lo spettatore con una lavagna sbiadita. Ai lati della composizione, così come per Manna Rain, gambe e braccia lottano ancora per sopravvivere al tempo: viene da chiedersi se i soggetti relegati al di là del Velo possano ancora esistere, o se invece il soggetto dell’opera sia proprio ciò che resta delle loro ceneri. A ogni modo rimane l’impressione di avere davanti una grande lezione di umiltà, il vero atto d’amore di uno studente verso il proprio maestro.

La mostra, inaugurata il 10 giugno, sarà aperta al pubblico fino al 31 luglio 2024.

Articoli recenti

  • Mostre

Milano riscopre Bice Lazzari con una grande mostra a Palazzo Citterio

Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…

6 Dicembre 2025 15:00
  • Progetti e iniziative

Spazi di Transizione a Bari: il waterfront diventa laboratorio urbano

A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…

6 Dicembre 2025 13:30
  • Musica

Il tempo secondo Barenboim: due concerti, un Maestro e l’arte di unire il mondo

Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…

6 Dicembre 2025 12:30
  • Fotografia

Le fotografie di Alessandro Trapezio sovvertono i ruoli dello sguardo

In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…

6 Dicembre 2025 11:30
  • Musei

Riapre la Pinacoteca di Ancona: nuova vita per il museo Francesco Podesti

La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…

6 Dicembre 2025 10:30
  • Mercato

Cani-robot e opere oversize: dentro le due anomalie di Art Basel Miami Beach

Tra intelligenza artificiale, installazioni monumentali e video immersivi, i settori "Zero 10" e "Meridians" mostrano come la fiera di Miami…

6 Dicembre 2025 10:18