© Gabriele Basilico / Archivio Gabriele Basilico | Gabriele Basilico, Roma, 2007
A cura di Maria Luisa Frisa la mostra, attraverso una ricca collezione di abiti, accessori, materiali d’archivio e video, racconta la moda come strumento per riflettere sul presente. Tali elementi diventano una lente per indagare le questioni che la moda pone oggi, dimostrando la sua capacità di rispondere e adattarsi ai cambiamenti sociali, politici, economici e culturali. Il progetto espositivo propone visioni che esplorano temi come il rapporto della moda con il tempo, la gestione degli archivi, il ruolo strategico dei direttori artistici nei grandi gruppi del lusso e la sfida cruciale della sostenibilità. Gli abiti e gli accessori sono disposti per creare incontri inaspettati tra haute couture e moda indipendente. Ogni creazione esposta porta con sé una storia. Attraverso le visioni artistiche dei designer, le loro ricerche e sperimentazioni, emergono memorie, emozioni e intenzioni. È una narrazione collettiva che unisce creatività, consapevolezza e immaginazione, lasciando al visitatore la possibilità di scoprire e interrogarsi.
La mostra intitolata Canaletto, Van Wittel, Bellotto Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica, a cura di Paola Nicita e Yuri Primarosa, ospitata nelle sale del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo è un’affascinante esplorazione attraverso l’immagine reinventata delle città ai tempi dei Grand Tour. Vedute di Roma, Venezia, Dresda e dei luoghi immaginari raffigurati nei cosiddetti capricci sono le protagoniste di dodici opere provenienti dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma che scandiscono le tappe di un affascinante viaggio nel tempo tra realtà e spettacolare finzione in compagnia di quattro grandi Maestri dell’epoca: Giovanni Antonio Canal, Gaspar Van Wittel, Bernardo Bellotto e Giovanni Paolo Pannini. frugando tra gli ambienti culturali illuminati, a cavallo tra Sei e Settecento, quando la prima tappa di ogni itinerario culturale attraverso l’Italia era Roma, mentre la destinazione finale coincideva con i riflessi e le suggestioni d’acqua che avvolgono Venezia.
Curata da Matteo Balduzzi e Giovanna Calvenzi, la mostra presenta per la prima volta al pubblico un itinerario che attraversa le principali ricerche realizzate da Gabriele Basilico su Roma, città profondamente amata e intensamente frequentata dal fotografo milanese. Una selezione di oltre cinquanta opere in un percorso narrativo pensato appositamente per dialogare con gli spazi e le collezioni di Palazzo Altemps.
Filo conduttore della mostra è il legame tra Gabriele Basilico e la Città Eterna, costruito grazie a venti incarichi professionali ricevuti dal fotografo tra il 1985 e il 2011 e alle numerose campagne fotografiche che ne sono scaturite. Elementi fondamentali della ricerca di Basilico, come la stratificazione di epoche e stili e la dialettica tra monumenti e tessuto edilizio ordinario, trovano a Roma una propria apoteosi, fornendo al fotografo l’opportunità di raccontare anche una città moderna che sa includere simultaneamente le architetture imponenti, vivida espressione della modernità razionalista insieme ai templi, agli archi e palazzi della storia più antica dentro alla stessa grandiosa monumentalità.
La mostra Etruschi del Novecento, nata dalla collaborazione inedita tra il Mart e la Fondazione Luigi Rovati, racconta di come la civiltà etrusca abbia influenzato la cultura visiva del secolo breve: a partire dai ritrovamenti archeologici e dai tour etruschi, organizzati a cavallo tra il XIX e il XX secolo, fino alla Chimera di Mario Schifano, eseguita nel 1985 in occasione dell’inaugurazione del cosiddetto anno degli etruschi.
Fino al 13 aprile 2025 la Tenuta Dello Scompiglio presenta la mostra personale dell’artista dal titolo Nexaris Suite a cura di Angel Moya Garcia. Fulcro teorico del lavoro di Agnes Questionmark è la riflessione su una nuova forma di umanità in grado di emergere da un contesto dove ambiente e specie sono in evoluzione e dove identità e morfologia dell’essere umano si apprestano a divergere dai tratti essenziali e unici che finora l’hanno caratterizzato. In questo contesto, tecnologia, essere umano e natura si configurano come fili di una matassa inestricabile alla quale restare impigliati per tentare di dare una nuova forma al mondo che ci circonda. Partendo dalla discussione dei testi di Michel Foucault, Donna Haraway, Karen Barad, Rosi Braidotti, Helen Hester e Paul B. Preciado, il progetto Nexaris Suite propone la concettualizzazione e visualizzazione di uno scenario dove nuove forme di resistenza alla sorveglianza e al controllo si fanno manifesto di una mutazione in atto. Non si tratta più, o non solo, di reagire all’essere sorvegliati e puniti, bensì di rifiutarsi di essere sorvegliati e controllati, sorvegliati e dominati, sorvegliati e sottomessi.
L’esposizione a cura di Stefano Chiodi raccoglie per la prima volta i principali cicli di opere di Andrea Fogli (Roma 1959) realizzati dal 2000 a oggi. Ciascun ciclo, inteso come un Atlante, come un diorama di figure e luoghi reali o immaginari, completato giorno dopo giorno come un diario, con un diverso numero di figure: spesso 59, come i grani del rosario, altre volte 365 come i giorni dell’anno, ma anche 111 come i fogli degli ermetici libri rossi di Alighiero Boetti.
La Grande Brera. Una comunità di arti e scienze, a cura di Luca Molinari, teorico dell’architettura e professore ordinario di Progettazione Architettonica presso il Dipartimento di Architettura e Design “Luigi Vanvitelli,” inaugura negli ampi spazi ricavati all’ultimo piano del rinnovato Palazzo Citterio. Con la nascita della Grande Brera e la definitiva apertura di Palazzo Citterio si completa un lungo percorso che trasforma questo complesso monumentale da struttura monolitica a frammento urbano dinamico, capace di collegare istituzioni, patrimoni, comunità e progettualità. La mostra narra un paesaggio di comunità, manufatti, opere d’arte e architetture, offrendo al visitatore la possibilità di cogliere questa ricchezza e diventarne parte attiva. Seguendo l’andamento degli ambienti esistenti, la mostra si sviluppa in tre spazi distinti: una sezione introduttiva e sorprendente dedicata alla Grande Brera, una lunga sezione che esplora la storia architettonica del Palazzo di Brera e di Palazzo Citterio e una terza area che intreccia queste narrazioni in un ricco paesaggio di comunità, sperimentazione, creazione, memoria e formazione. L’obiettivo è offrire al visitatore un’esperienza immersiva che riveli la ricchezza profonda e continuativa del cuore culturale di Milano.
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