Armonia classica e creatività contemporanea, archetipo e astrazione, marmo bianco e creta ocra, forme scultoree ed elementi architettonici. È un dialogo serrato, tra tempi, ritmi e materie, quello intessuto da “Pietra Plasmata”, mostra di Riccardo Monachesi, organizzata da Raffaella Lupi, di Galleria Sinopia, e Barbara Mazzi Pensieroso, di Palazzo delle Pietre, visitabile nello storico edificio del Quattrocento situato nel cuore di Roma e prorogata fino al 14 febbraio 2021. In esposizione, una selezione di opere realizzate dallo scultore romano, rappresentative della sua ricerca decennale e caricate di ulteriori significati, poste in relazione con i frammenti d’epoca della collezione privata di Carlo Mazzi, tra sculture antiche, fregi intarsiati, capitelli e portali in travertino, che trovano alloggio nel Palazzo delle Pietre.
Il percorso espositivo è scandito da 34 opere che rappresentano una summa significativa degli oltre 40 anni della prolifica attività in creta dello scultore nato nel 1954, dai lavori più recenti, come la serie inedita Do ut des, ultimata quest’anno e creata durante il periodo di lockdown e ispirata alla figura di sant’Alessio. Risalenti alle prime due decadi degli anni 2000, invece, le forme pure e tormentate di Cubi e le strutture organiche di Pneuma: «Volevo che ci fosse l’aria nel vasocome fossero oggetti elastici, duttili che si dilatano con l’aria, che si riempiono come gonfiati con il fiato», ha raccontato Riccardo Monachesi.
In mostra anche le opere realizzate a quattro mani con Elisa Montessori, scelte all’interno di quella stessa serie che la Galleria Nazionale di Arte Moderna ha acquisito nel 2011 e collocato presso il Museo Boncompagni Ludovisi. In questo caso, Monachesi ha modellato le forme che successivamente sono state dipinte da Montessori.
A caratterizzare il percorso di “Pietra plasmata”, è la serrata conversazione tra le opere contemporanee e la collezione di pietre d’epoca raccolta da Carlo Mazzi, presente nel palazzo. Le sculture di Monachesi sono accostate a cosmatesche, tarsie policrome, capitelli corinzi, oggetti che risalgono a diversi periodi, da quello romano imperiale, dal I secolo a.C. al III secolo d.C., fino all’epoca romanica e al Rinascimento.
«Questa mostra rappresenta quel dialogo fra epoche e arti diverse fra loro, ma anche fra materiali differenti, che metto al centro della mia ricerca; quello che mi guida, poi, è la materia, su cui l’essere umano ha costruito la sua storia», ha affermato la gallerista Raffaella Lupi. «Questa mostra riflette lo spirito con il quale abbiamo creato un luogo in cui la materia degli spazi incontra l’esperienza della conoscenza, dando voce alle eccellenze e ai talenti presenti sul territorio, per condividere e promuovere l’arte e la cultura del bello», ha spiegato Barbara Mazzi Pensieroso.
La mostra, visitabile fino al 14 febbraio, si svolge nel rispetto della normativa in materia di prevenzione della diffusione del contagio, per questo motivo l’ingresso è consentito a un numero massimo di sei persone ogni ora. Per informazioni e prenotazioni si può scrivere a info@frammenti.club. È possibile seguire la mostra anche attraverso i canali Instagram di Frammenti Club e Galleria Sinopia, attraverso l’hashtag dedicato #pietraplasmata. Inoltre a gennaio verrà realizzato un video di documentazione e approfondimento del percorso espositivo, per la regia di Francesco Castellani, in modo da poter ampliare la partecipazione anche da remoto.
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