Galleria Raffaella Cortese dedica, fino al prossimo 18 maggio 2023, tre mostre personali a tre grandi artiste americane: Simone Forti (Firenze, 1935), Joan Jonas (New York, 1936) e Kiki Smith (Norimberga, 1954). In scena un dialogo sintonico realizzato con diversi media, il video, la scultura, il disegno e lâinstallazione, che trova la propria sintesi nellâinteresse comune delle autrici per il corpo umano, il regno animale e il movimento inteso come forza vitale.
SIMONE FORTI. DISTANT LANDS
Insignita lo scorso 8 febbraio del Leone dâOro alla carriera della Biennale Danza 2023, per la sua seconda personale in galleria lâartista presenta, nello spazio espositivo di via Stradella 7, una serie di opere che manifestano il desiderio di congiunzione tra lâItalia e la California. Retaggio di una biografia che la vede figlia di genitori di origine ebrea e costretta a emigrare giovanissima, con la famiglia, a Los Angeles per sfuggire allâodio anti semita. Il progetto espositivo si compone dei disegni tratti dalla serie News Animations (1985-2012), nati in risposta ad alcune storie selezionate durante la lettura dei giornali e come una sorta di reazione catartica alla morte del padre, avido lettore di quotidiani. Un profonda riflessione sul tema del linguaggio e sui media, attuata mescolando insieme scritte, schizzi di figure umane, elementi vegetali e animali.
Fedele alla sua pratica multidisciplinare, Forti articola le proprie parole in forme diverse: con unâinstallazione di tre serigrafie su tela in cui presenta il testo The Skin of My Teeth, scritto nel 2018, che spazia da riferimenti ai Beat Poets, a scenari politici contemporanei, nonchĂ© esperienze personali, ma anche con la propria voce che attraverso degli altoparlanti riecheggia nello spazio riproducendo lâopera sonora Made in LA Reading (2012), in cui lâartista riflette su esperienze sociali e storiche vicine alla sue come ebrea italiana. Autodefinitasi movement artist, cosĂŹ da non costringersi nelle maglie strette dellâessere una coreografa, Forti Ăš una delle figure di spicco a livello internazionale per lo sviluppo della performance contemporanea. Fin dai primi anni Sessanta ha offerto nuova libertĂ al corpo, insistendo sulla ribellione a ogni rigiditĂ della postura e della sceneggiatura. Ne offrono un esempio lâopera video News Animation: The Getty Center (2004), presentata su uno schermo in un angolo dello spazio espositivo, in cui lâartista si muove su un palco incorporando due oggetti che insieme compongono lâiconica bandiera degli Stati Uniti dâAmerica. E i tre video girati nel Vermont nel 2019, Weeding: Simoneâs Garden, Weeding: Steve and Lisaâs Garden 1 e Weeding: Steve and Lisaâs Garden 2 da cui emerge tutta la carica espressiva di Forti che si relazione con lâambiente circostante, mentre la telecamera indugia sulle sue mani che si muovono tra i fili dâerba.
JOAN JONAS. DRAW ON THE WIND
Per la sua terza mostra personale in galleria, lâartista americana presenta per la prima volta in Italia, nello spazio di via Stradella 1, Draw on the wind, lâinstallazione esposta nel 2018 al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh. La complessa ricerca dellâartista, fatta di gesti, narrazione e immagini in movimento, prende qui forma in un progetto installativo che diventa strumento privilegiato per rielaborare materiali raccolti dalle fiabe e dai saggi, dai miti e dal folklore locale. Sebbene gli aquiloni e altre sculture di carta compaiono in numerose sue opere precedenti, questa, concepita durante un viaggio ad Hanoi nel 2018, unisce le sagome da lei stessa ritagliate alle forme di animali e fate del folklore Jarai e Viet, realizzate a mano in Vietnam con bambĂč e carta DĂł. Astratto, colorato e leggero, lâuniverso delicato e impalpabile di Jonas si muove in maniera quasi impercettibile al passaggio dei visitatori, stimolando cosĂŹ una riflessione sulla relazione tra la propria presenza fisica, la sequenza dei gesti (camminare, osservare, ascoltare) e lâintensitĂ della percezione.
KIKI SMITH. THE CAT HIMSELF KNOWS
Dopo aver partecipato, verso la fine degli anni Settanta quando si trasferisce a New York, alla complessa stagione dellâarte femminista, facendo del corpo il tema centrale della propria poetica, lâacclamata artista nata a Norimberga ha intrapreso unâindagine che verte principalmente sulla natura e le sue dinamiche. Da sempre incline alla sperimentazione di tecniche diverse e allâutilizzo di materiali differenti, Smith propone per la sua quinta personale in galleria, nello spazio di via Stradella 4, una serie di recenti disegni e sculture che danno forma al suo fiabesco mondo animale. Sebbene vivano di vita propria, felini, piccioni, scoiattoli e poi alberi e altre forme astratte, insieme a mani che impugnano cuori in uno scambio emotivo ed empatico tra uomo e animale, si coniugano e diventano complementari, in quanto parti di un unico racconto. Coerentemente con il suo filone di ricerca, lâartista continua lâesplorazione giĂ avviata con il progetto di arte pubblica realizzato per ArtLine Milano nel 2018, quando pensa ai piccioni, presenza immancabile nella Piazza Duomo di Milano. Ma anche ai gatti che popolano il fossato di Castello Sforzesco e che lei trasforma nei protettori della cittĂ , facendoli diventare i protagonisti delle due monumentali sculture in bronzo Guardiane. Dalla loro inaugurazione, nel 2022, Smith continua a lavorare su questo soggetto, dando vita alla serie di disegni intitolati Empath esposti in questa mostra.
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