Ha inaugurato il 14 febbraio, giorno di San Valentino, la casa-museo “Palazzo Maffei”, nel cuore del centro storico di Verona. Da oggi, la città scaligera potrà vantare una gemma in più nella già ricca offerta di attrattive per turisti e locali.
«Meno le capivo e più mi appassionavano», così afferma Luigi Carlon, a riguardo delle opere che più l’hanno affascinato. Carlon, industriale veronese e, soprattutto, grande collezionista da più di mezzo secolo, apre alla città la sua collezione che si può ammirare da oggi in questo nuovo spazio museale. La casa museo, ospitata al piano nobile del secentesco Palazzo Maffei, espone in 18 sale 350 opere, che spaziano dal Trecento ai giorni nostri. Una collezione eclettica, quasi anarchica, che rifugge classificazioni o inquadramenti ma che delinea chiaramente un collezionismo attento, curioso e colto. Il restauro degli ambienti, affidato allo studio d’architettura Baldessari e Baldessari, ripristina affreschi e stucchi nelle prime stanze, e si fa a mano a mano più museale più si prosegue nel percorso.
È un itinerario tematico e cronologico quello proposto al visitatore, tuttavia non si rinuncia a far dialogare opere antiche e moderne; come negli accostamenti fra le lacerazioni plastiche di Alberto Burri affiancate ai dipinti di battaglie del veneziano Matteo Stom, o l’imponente scultura Maternità di Arturo Martini davanti a numerose rappresentazioni di Madonne con Bambino. O ancora, i tagli di Lucio Fontana che fanno da pendant alle pale d’altare con i Christus patiens o, infine, un’opera di Giorgio De Chirico al fianco delle teche vaporose di Leandro Erlich.
E non mancano le opere di qualità eccelsa come La Boîte-en-valise di Marcel Duchamp, una Femme assise, di Pablo Picasso, la Fenêtre Ouverte di René Magritte, e poi ancora, in ordine sparso, opere di Mario Sironi, Emilio Vedova, Andy Warhol, Alberto Savinio, Giovanni Boldini, Vassily Kandinsky, Mario Schifano, Josef Albers, Umberto Boccioni, Medardo Rosso, Cy Twombly assieme a sculture gotiche lignee e ai dipinti storici di Liberale da Verona, Antonio Calza, Simone Brentana.
È difatti nell’ottica di instradare la comprensione del passato tramite il contemporaneo che Gabriella Belli, responsabile dell’idea museografica della casa museo, ha concepito il percorso e i gruppi tematici che si susseguono nelle varie sale, quasi tenendo come cartina tornasole l’opera che accoglie i visitatori all’ingresso, un intervento site-specific di Maurizio Nannucci, il cui neon recita: New horizons for other visions / New visions for other horizons. Con l’esplicita indicazione di voler spostare lo sguardo per osservare le cose sotto un’altra luce, la casa museo Palazzo Maffei offre anche attività didattiche e prossimamente anche una biblioteca per studiosi d’arte.
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