Dopo aver conquistato l’interesse del MoMA di New York, che di recente ha acquistato due suoi video, Jen DeNike sbarca in Europa. La mostra napoletana della trentaquattrenne artista newyorkese riunisce otto foto di medio formato e un video recente.
Soggetti delle fotografie sono adolescenti americani che inscenano la morte, vittime dell’attacco di un vampiro. I protagonisti giacciono distesi, privi di vita, nei posti più diversi, in scatti che sembrano rubati. Le inquadrature mettono in rilievo l’individualità dei soggetti. Gelidi e immobili come icone, sui loro colli sono ben visibili i segni del morso del vampiro. Jen DeNike riflette così sul febbrile lavorio del fotografo, che nel tentativo di catturare istantanee, finisce per somigliare sempre più al conte Dracula, icona indiscussa della filmografia horror. La fredda luce naturale e la pallida carnagione dei giovani appaiono come il risultato di una lucida e ingegnosa rivisitazione della tradizione.
L’operazione sembra suggerire anche un ulteriore livello di lettura. Innescando una riflessione sulla bellezza, celebrata dai giovani adolescenti in maniera parossistica, piuttosto che come valore provvisorio ed effimero. L’artista fissa i tratti distintivi dello stile di vita adolescenziale americano, ma nei suoi ritratti a prevalere è la mera corporeità. Per Jen DeNike quei corpi giovani, belli e forti sono infatti il preambolo alla superficialità esistenziale di un’intera vita.
Il corpo è anche il protagonista del video Worshipping False Idols in cui l’artista spia la sensualità maschile. Un giovanotto muscoloso, dal fisico scultoreo, vaga nudo esplorando una palude della Louisiana. Ad attrarlo non sono però le rovine o la rigogliosa vegetazione che lo circondano.
Il giovane punta piuttosto la sua macchina fotografica solo su se stesso. Un’amara e ironica riflessione sul narcisismo sfrenato che caratterizza la contemporaneità. L’artista esamina il bisogno della società attuale di farsi riconoscere attraverso un’esteriorità forte, un’apertura nei confronti dell’esterno che porta a un’esaltazione del proprio io. Dal punto di vista estetico tutto si gioca sulla calcolata lentezza dell’azione, sull’accuratezza delle inquadrature nonché sull’enfatizzazione dei dettagli.
Lavori inquietanti e al tempo stesso seducenti. Le opere di DeNike, nella loro amara ironia, trasmettono un’aura di drammaticità, pur coinvolgendo istanze sociologiche e morali.
lorena grieco
mostra visitata il 15 ottobre 2005
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